Ieri Meta ha battuto il consenso degli analisti, sia sulle previsioni di fatturato che su quelle di profitto, ma il suo titolo è sceso del 10%; Tesla, invece, ha riportato risultati inferiori al consenso a tutti i livelli, ma il suo titolo ha guadagnato il 10%.

Poco prima, la banca centrale statunitense deludeva le speranze di un taglio dei tassi; anziché crollare, l'oro è salito direttamente ai massimi storici, mentre il dollaro ha perso terreno nei confronti dell'euro, dato che la BCE ha previsto un taglio dei tassi a giugno.

In un mercato in cui sono le storie più che i fondamentali a determinare le valutazioni, la capitalizzazione di mercato di alcune società può impennarsi da un giorno all'altro a 180 miliardi di dollari, per poi scendere come un soufflé a meno di 9 miliardi di dollari...

L'elenco è infinito e forse bisognerebbe aggiungere anche IBM. Mercoledì il dinosauro della “old tech” ha pubblicato un'altra patetica serie di risultati trimestrali: nonostante i 10 miliardi di dollari investiti in acquisizioni negli ultimi tre anni, la crescita del fatturato è stata di appena l'1% rispetto a questo periodo dello scorso anno.

Quale ritorno sta ottenendo IBM dalla sua strategia di crescita esterna? A priori, nessuno. Allo stato attuale, il suo unico merito sembra essere quello di arginare un declino altrimenti irresistibile. In questo caso, avrebbe senso considerare le acquisizioni come una spesa di investimento corrente e sottrarle dal calcolo del free cash flow presentato dal management.

Abbiamo già discusso questa dinamica alla luce degli ultimi risultati annuali del gruppo di Armonk, sottolineando che il free cash flow prima delle acquisizioni è sceso del 20% in dieci anni, nonostante gli oltre 40 miliardi di dollari investiti in acquisizioni. I lettori che spesso ci chiedono il significato di creazione di valore hanno qui un esempio rappresentativo di distruzione di valore.

La valutazione in Borsa di IBM ha sfruttato appieno il boom dell'intelligenza artificiale e ora si trova a un multiplo di venticinque volte la crescita degli utili. Nelle contrattazioni pre-mercato di questa mattina, il titolo sta subendo gli effetti della pubblicazione di mercoledì sera, con un calo dell'8,5%. Un calo più pronunciato all'inizio delle contrattazioni suggerirebbe che gli investitori non sono più ingenui.