Lunedì la Corte Suprema del Massachusetts ha valutato se le proposte elettorali che ridefiniscono il rapporto tra le aziende basate su app come Uber Technologies e Lyft e i loro autisti debbano essere autorizzate a presentarsi agli elettori a novembre.

I giudici della Corte Suprema Giudiziaria del Massachusetts hanno espresso preoccupazione, durante le discussioni orali a Boston, per alcune parti della proposta di un gruppo sostenuto dall'industria di chiedere agli elettori di affermare che, in base alla legge statale, gli autisti sono contraenti indipendenti con alcuni nuovi benefici, ma non possono essere considerati dipendenti dell'azienda.

Ma è sembrato improbabile che i sei giudici accolgano pienamente l'argomentazione di una coalizione sostenuta dai lavoratori, secondo la quale la proposta è contraria alla Costituzione dello Stato, in quanto esclude in modo ampio gli autisti da una "lista di biancheria" di leggi di protezione dei lavoratori non correlate.

Jennifer Grace Miller, avvocato degli oppositori della misura, ha detto che agli elettori sarebbe stato chiesto di esprimersi non su un'unica questione politica, ma su una serie di aree separate del diritto del lavoro che non potevano essere legalmente raggruppate per la loro considerazione.

Tuttavia, il giudice Dalila Argaez Wendlandt ha chiesto se la misura potesse essere considerata come un'unica proposta politica, ossia che "i conducenti di app non sono dipendenti delle aziende che abbinano loro le corse".

I giudici sembravano destinati a respingere l'argomentazione di un gruppo conservatore secondo cui il procuratore generale dello Stato avrebbe erroneamente certificato una misura concorrente da inserire nel voto. Tale misura, sostenuta dal Service Employees International Union's Local 32BJ, chiederebbe agli elettori di consentire agli autisti di Uber e Lyft di sindacalizzarsi sotto la supervisione dello Stato.

Il giudice Scott Kafker ha immaginato un mondo in cui gli elettori si schierano con l'industria, ma considerano gli autisti come appaltatori con il diritto di impegnarsi nella contrattazione collettiva.

"Sembra che ciò che è buono per l'oca sia buono per il papero", ha detto Kafker.

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Il 13 maggio è previsto il processo per una causa del 2020 intentata dal procuratore generale dello Stato, che accusa Uber e Lyft di aver classificato male i loro autisti come appaltatori, non come dipendenti, per anni.

Se il settore dovesse fallire in tribunale e alle urne, Uber e Lyft potrebbero affrontare una revisione radicale del loro modello di business. Gli avvocati di Uber hanno dichiarato nei documenti del tribunale che un tale cambiamento potrebbe costringerla a tagliare o terminare il servizio in Massachusetts.

Uber e Lyft, insieme ai servizi di consegna a domicilio basati su app, Instacart e DoorDash, hanno speso milioni di dollari per sostenere la proposta elettorale che cementerebbe lo status dei loro autisti come appaltatori secondo la legge statale.

L'utilizzo di appaltatori può costare alle aziende fino al 30% in meno rispetto all'assunzione di dipendenti, come dimostrano diversi studi.

Flessibilità e benefici per i conducenti del Massachusetts, un comitato per la misura elettorale i cui collaboratori includono le quattro società di ride-sharing, propone anche di fissare un limite di guadagno per i conducenti basati su app e di fornire loro stipendi per l'assistenza sanitaria, l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e il tempo di malattia retribuito.

Thaddeus Heuer, avvocato dei proponenti della misura, ha detto che i suoi clienti hanno "un obiettivo comune di definire questo rapporto come non datore di lavoro".

Nel 2022, l'Alta Corte di Giustizia dello Stato ha bloccato una misura elettorale simile sostenuta dall'industria, a causa di una disposizione ritenuta non correlata alla proposta.

Per coprire le sue scommesse questa volta, il gruppo sta raccogliendo le firme per cinque versioni del quesito elettorale, di cui solo una sarebbe stata presentata agli elettori il 5 novembre.

Kafker, nella sua arringa di lunedì, ha messo in discussione una disposizione inserita nella più ampia di queste cinque versioni, che richiederebbe agli autisti che sostengono di essere stati licenziati per motivi discriminatori di appellarsi al datore di lavoro.

"In generale, non facciamo in modo che la persona accusata di discriminazione decida se ha discriminato", ha esortato.

Si attende una decisione prima della scadenza del 3 luglio, quando i proponenti delle misure elettorali dovranno presentare le firme al Segretario di Stato.