Intorno alle 11,20, i futures sul Brent per giugno salgono di 16 centesimi, lo 0,18%, a 89,08 dollari il barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate statunitense per maggio guadagnano 17 centesimi, lo 0,2%, a 85,32 dollari il barile.

Ieri i prezzi sono saliti in seguito a una nuova serie di attacchi di droni ucraini contro le raffinerie russe, che hanno minacciato di mettere fuori uso una parte ancora maggiore della capacità di lavorazione del Paese.

Gli operatori temono anche che il conflitto in Medio Oriente possa estendersi e causare interruzioni delle forniture. L'Iran, terzo produttore dell'Opec, ha detto di volersi vendicare per l'attacco israeliano alla sede diplomatica di Teheran di lunedì in cui sono morti militari di alto profilo.

A ciò si è aggiunta la compagnia energetica statale messicana Pemex che ha chiesto alla propria controllata commerciale di cancellare fino a 436.000 barili al giorno di esportazioni di greggio questo mese, mentre si prepara a lavorare il petrolio nazionale nella nuova raffineria di Dos Bocas, come risulta da un documento interno esaminato da Reuters.

Oggi, il più forte terremoto a Taiwan da almeno 25 anni a questa parte ha brevemente causato l'interruzione della fornitura delle operazioni della raffineria di Mailiao da parte della Formosa Petrochemical come misura precauzionale, ma l'attività è poi ripresa.

Gli investitori attendono anche la riunione dei ministri dell'Opec+ prevista per le 13 italiane e che, secondo tre fonti, difficilmente raccomanderà modifiche alla politica di produzione del petrolio, avendo già deciso di estendere gli attuali tagli fino a giugno.

(Tradotto da Camilla Borri, editing Gianluca Semeraro)