In effetti, Philip Morris sta diventando sempre meno un produttore di sigarette. I volumi di prodotti a combustione venduti sono diminuiti dello 0,4% nel primo trimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre le vendite di alternative senza fumo, principalmente il tabacco da fumo IQOS e le buste ZYN, sono aumentate rispettivamente del 20,9% e del 35,8%.

Questi prodotti di “nuova generazione” rappresentano ora il 38% del fatturato, con un aumento del 21% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Philip Morris è sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo che si era prefissata cinque anni fa: generare metà del suo fatturato da prodotti alternativi ai carburanti entro il 2025.

In altre parole, ha battuto le previsioni e battuto la concorrenza, in particolare British American Tobacco, che sta facendo progressi più lenti con i suoi marchi Vuse e Velo. Un forte segnale del cambiamento della domanda nel mercato della nicotina: questo trimestre, per la prima volta, Philip Morris ha venduto più ricariche IQOS che prodotti a combustione a Tokyo.

IQOS è da tempo il leader mondiale del tabacco da riscaldare. Quanto a ZYN, con un aumento dell'80% nel mercato nordamericano rispetto al primo trimestre dello scorso anno, è senza dubbio il marchio di prodotti di rapido consumo in più rapida crescita al mondo.

La previsione di MarketScreener, i cui analisti hanno ampiamente lavorato sull'argomento, è che il gruppo proporrà di dividere le sue attività in due non appena il segmento dei prodotti di nuova generazione raggiungerà un fatturato equivalente a quello del segmento dei prodotti a combustione.

L'attività storica, altamente redditizia ma in declino strutturale, che possiede anche il franchising Marlboro al di fuori degli Stati Uniti, sarà scorporata. Gli azionisti rimarranno proprietari di un'impresa trasformata, compatibile con gli standard ESG, in rapida crescita e posizionata sul segmento di consumo rapido più redditizio.

È noto che Philip Morris tende a presentare agli investitori risultati “adjusted” da tutti i punti di vista. Tuttavia, in termini consolidati e in dollari americani, il suo fatturato è cresciuto a un buon ritmo negli ultimi cinque anni: 6,7 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2019, contro gli 8,8 miliardi del primo trimestre del 2024.

L'utile per azione, invece, è rimasto pressoché invariato negli ultimi quattro anni, riflettendo le spese necessarie per lo sviluppo dei nuovi marchi del gruppo. È chiaro, tuttavia, che gli investitori stanno valutando il gruppo sulla base di una “somma delle parti”, con il segmento dei prodotti di nuova generazione in rapida crescita da un lato e il segmento dei prodotti a combustione, strutturalmente in calo ma ancora molto redditizio, dall'altro.

Il primo dovrebbe avvicinarsi ai 15 miliardi di dollari di profitti entro la fine del 2024, per un utile “adjusted” di almeno 3 miliardi di dollari.  Se si mette un multiplo di azienda in crescita su questo segmento, si possono coprire rapidamente due terzi della capitalizzazione di mercato di Philip Morris.