BRASILIA (awp/ats/ans) - L'eccesso di offerta di acciaio nel mercato brasiliano - dovuta all'aumento di oltre il 50% delle importazioni del prodotto dalla Cina a prezzo basso - continua a causare perdite all'industria siderurgica nazionale e a imporre tagli alla produzione.

Due colossi del settore hanno annunciato misure in questo senso. ArcelorMittal ha confermato di aver prolungato la chiusura tecnica - iniziata a novembre - delle sue unità di Resende (stato di Rio de Janeiro), Piracicaba (San Paolo) e Juiz de Fora (Minas Gerais) fino alla fine di quest'anno. Usiminas ha comunicato dal canto suo che l'altoforno 1 dello stabilimento di Ipatinga (Minas Gerais) verrà chiuso entro l'inizio del 2024, se non ci sarà equilibrio tra domanda e produzione.

"Siamo travolti uno tsunami di acciaio cinese in Brasile. Abbiamo chiesto misure al governo federale perché esiste un rischio per l'occupazione, per le entrate delle imprese, per la riscossione delle imposte e per l'intera catena di produzione dell'acciaio", ha affermato il presidente di Usiminas, Marcelo Chara, in una conferenza stampa, in cui denuncia ancora una volta la concorrenza sleale delle imprese cinesi sovvenzionate dello stato.

In una nota, ArcelorMittal afferma che la chiusura tecnica delle sue unità fa parte degli sforzi dell'azienda per adattare la propria produzione allo scenario di bassa domanda di acciaio nel mercato interno e di aumento record delle importazioni "dirette e indirette" con impatto sempre maggiore sulle vendite interne e sulla produzione delle acciaierie brasiliane", riferisce.

Da tempo le imprese del settore invocano un intervento governativo per proteggere le compagnie nazionali imponendo una tassazione sull'import di acciaio straniero con tariffe al 25%, stessa percentuale adottata da Unione europea, Stati Uniti e Messico, per bloccare l'ingresso dell'acciaio cinese. Per l'associazione che riunisce le imprese del settore, l'Istituto Aço Brasil, la contrazione della produzione brasiliana di acciaio nei primi dieci mesi del 2023 è diminuita dell'8,1% su anno. Nello stesso periodo l'ingresso di acciaio straniero nel paese è aumentato del 54,8%