L'operazione di "m&a" rafforza la presenza negli Stati Uniti della società di diagnostica italiana con sede a Saluggia nel vercellese e punta a compensare i possibili effetti negativi derivanti dal calo dei ricavi legati ai test molecolari e antigenici sul Covid-19 (il 29% circa dei ricavi nel 2020) a seguito del progredire della campagna di vaccinazione in atto a livello globale.

Con quest'acquisizione, il fatturato consolidato su base combined per il 2020 sarebbe di circa 1,25 miliardi di euro, l'adjusted Ebitda di circa 472 milioni e la posizione finanziaria netta positiva per circa 335 milioni, spiega la società.

"Luminex è perfettamente in linea con la nostra strategia e con la volontà di rafforzare il nostro posizionamento nella diagnostica molecolare, di espandere la nostra presenza nel mercato statunitense e di creare ulteriore valore fornendo soluzioni al settore life science", ha così commentato l'operazione il Ceo Carlo Rosa che, oggi alle 14, incontra gli analisti per spiegare i termini del deal.

Secondo i termini dell'accordo, il prezzo per azione concordato rappresenta un premio di circa il 23,1% rispetto al prezzo di chiusura 'unaffected' al 24 febbraio (ossia il giorno precedente a quando sono trapelate indiscrezioni riguardanti l'eventuale vendita di Luminex) e ad un premio di circa il 30,6% e di circa il 47,5% rispetto al prezzo medio ponderato sui volumi per il periodo rispettivamente di 30 e 90 giorni precedenti al 24 febbraio, spiega la nota di Diasorin.

Le azioni Luminex hanno chiuso venerdì scorso a 32,95 dollari e sono in rialzo di oltre il 42% da inizio anno.

L'operazione prevede la fusione di Luminex con una società statunitense di nuova costituzione interamente controllata da DiaSorin a seguito della quale gli azionisti di Luminex riceveranno 37 dollari per ciascuna azione Luminex. Il perfezionamento dell'operazione è previsto entro il terzo trimestre del 2021 e si prevede che possa generare sinergie di costo pari a circa 55 milioni di dollari entro 3 anni dal perfezionamento.

Intorno alle 10,20 le azioni balzano del 7,4% a 149,85 euro dopo avere toccato in avvio di seduta quota 155,5 euro, pari a un rialzo intorno al 10%. Intensi gli scambi, pari a 340.000 pezzi circa, sopra la media a 30 giorni di 255.000. Rispetto al boom del 2020, grazie al traino dei test per individuare il Covid-19, quest'anno le azioni Diasorin sono in calo di circa il 12%.

Il broker Equita stima un impatto preliminare positivo sulle stime di Eps 2022-2023 della società rispettivamente del 14% e del 22%.

Secondo Jefferies, che resta comunque "Underperform" a causa delle incertezze legate al futuro dei test Covid-19, con questa operazione Diasorin "si espande nel settore della diagnostica molecolare, incrementa la presenza negli Stati Uniti ed è un deal con un valore ragionevole, se si considerano gli attuali valori inflazionati nel settore del life science. Il corrispettivo è anche simile a quello recentemente pagato da Roche per GenMark".

(Giancarlo Navach, in redazione a Roma Stefano Bernabei)