BRUXELLES (awp/ats/ans) - La procedura per il deficit oltre il 3% del Pil è il nodo principale al negoziato sulla riforma del Patto di stabilità. Lo si apprende da diverse fonti. Si prevedeva alla vigilia un aggiustamento primario strutturale annuo dello 0,5% del Pil.

La gran parte dei 'frugali' è però contraria sia primario, non consideri cioè gli interessi del debito. Si sonda ora un'ipotesi transitoria che sugli interessi conceda flessibilità tra il 2025 e il 2027.

Restano però 7 Paesi nettamente contrari. Sul tavolo anche obiettivi diversificati sulla salvaguardia del deficit: 1% per i Paesi con debito sotto il 90%, 1,5% quando il debito è oltre il 90%.