(Reuters) - Il sindacato United Auto Workers (Uaw) ha annunciato nella notte che venerdì proclamerà uno sciopero in altri stabilimenti Ford, General Motors e Stellantis se non verranno compiuti seri progressi nelle trattative per il rinnovo contrattuale.

La scorsa settimana l'Uaw ha indetto uno sciopero contro le tre case automobilistiche di Detroit, prendendo di mira un impianto di assemblaggio statunitense di ciascuna azienda.

"Non continueremo ad aspettare all'infinito, mentre loro trascinano la questione per le lunghe" ha detto il presidente dell'Uaw Shawn Fain in un videomessaggio, nella tarda serata di ieri, fissando una nuova scadenza, dopo aver lamentato la mancanza di progressi nelle ultime trattative. "Non stiamo scherzando".

Il contratto di Ford con il sindacato canadese Unifor, che rappresenta circa 5.600 lavoratori in tre stabilimenti in Canada, è scaduto alle 23:59 EDT di ieri (05,59 di oggi in Italia).

Nelle prime ore di oggi, il sindacato ha informato che le trattative sono state prorogate di 24 ore dopo aver ricevuto una "offerta sostanziale" da Ford. Ma "i rappresentanti di Unifor devono continuare a mantenere la disponibilità allo sciopero".

Ford ha fatto sapere in un comunicato di aver accettato di continuare le trattative oltre la scadenza del contratto nella speranza di raggiungere un accordo provvisorio.

L'azienda ha due stabilimenti di motori in Canada che costruiscono motori V-8 per i pick-up della serie F e Super Duty assemblati negli Stati Uniti, oltre ad uno stabilimento di assemblaggio in Ontario.

Qualsiasi astensione da parte dei lavoratori canadesi che faccia chiudere gli impianti di produzione di motori potrebbe compromettere la produzione statunitense dei veicoli più redditizi di Ford.

"La nostra è una presenza piccola ma molto importante per le operazioni di Ford in Nord America e questa è la nostra leva, e la useremo", ha detto la presidente nazionale dell'Unifor Lana Payne in un messaggio video ieri.

L'Unifor ha chiesto un miglioramento dei salari e delle pensioni, oltre a un sostegno nella transizione verso i veicoli elettrici e a maggiori impegni di investimento da parte di Ford.

Una volta concluso l'accordo con Ford, Unifor cercherà di stringere accordi con GM e Stellantis, le cui scadenze sono state prorogate durante le trattative con Ford.

PROSEGUONO I NEGOZIATI NEGLI STATI UNITI

Ieri sono proseguiti i colloqui tra l'Uaw e le case automobilistiche di Detroit, mentre lo sciopero dei lavoratori delle case automobilistiche sulle retribuzioni si è protratto per il quarto giorno consecutivo con scarsi segnali di progresso verso un accordo. Circa 12.700 lavoratori sono in sciopero nei tre stabilimenti statunitensi.

Il sindacato e le aziende sono ai ferri corti per quanto riguarda i salari e i benefici per i lavoratori. Le tre case automobilistiche hanno proposto aumenti del 20% nei 4 anni e mezzo di durata dei contratti, ma si tratta solo della metà di quanto richiesto dall'Uaw fino al 2027. In una fase delle trattative, l'Uaw ha offerto di abbassare la propria richiesta al 36%.

La segretaria al Tesoro Janet Yellen ha sottolineato che è prematuro fare previsioni sull'impatto che lo sciopero avrà sull'economia, che dipenderà dalla durata dell'azione e dai settori colpiti.

Gli scioperi hanno bloccato la produzione negli stabilimenti del Michigan, dell'Ohio e del Missouri che producono il Ford Bronco, la Jeep Wrangler e la Chevrolet Colorado, oltre ad altri modelli popolari.

Venerdì Ford ha licenziato 600 lavoratori non in sciopero presso l'impianto Bronco del Michigan a causa dell'impatto dell'interruzione del lavoro. GM ha avvertito che prevede di interrompere le attività del suo stabilimento automobilistico in Kansas all'inizio della settimana a causa dello sciopero nel vicino stabilimento del Missouri, che interesserà 2.000 lavoratori.

Gli analisti prevedono che gli impianti che costruiscono pick-up più redditizi, come l'F-150 della Ford, il Silverado di GM e il Ram di Stellantis, saranno i prossimi obiettivi dello sciopero, se la protesta continuerà.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Francesca Piscioneri)