Uno sguardo alla giornata in corso sui mercati europei e globali da parte di Wayne Cole.

Mentre le azioni cinesi sono state nuovamente affamate di stimoli, le azioni giapponesi non hanno avuto bisogno di tale aiuto, raggiungendo lunedì un nuovo picco di 34 anni per la settima volta quest'anno e portando i guadagni del Nikkei per gennaio a quasi il 9%.

Gli analisti di Bank of America sostengono che il Nikkei sta beneficiando dell'offerta "anywhere-but-China" e del fatto che gli investitori hanno sottopesato strutturalmente il Giappone, che oggi rappresenta il 5,5% dell'indice MSCI All Country World, rispetto al 44% del picco precedente nel 1989.

Per le azioni cinesi, tuttavia, la banca centrale ha probabilmente impostato il tono della settimana mantenendo la politica ferma lunedì, dopo aver già deluso le colombe saltando i tagli la scorsa settimana, quando l'aspettativa era alta.

Gli analisti sospettano che la PBOC voglia evitare ulteriori pressioni sullo yuan, che negli ultimi giorni si è almeno stabilizzato sopra i minimi di due mesi.

Tuttavia, la mancanza di stimoli supplementari non è andata giù al mercato azionario, dove le blue chip hanno toccato un minimo di cinque anni e sono diffuse le speculazioni sul fatto che Pechino abbia utilizzato fondi statali per sostenere il mercato.

In Giappone, la debolezza dello yen e una marea di fondi offshore stanno alimentando il rally del Nikkei, incoraggiato dalla sensazione che la Banca del Giappone (BOJ) non abbia fretta di abbandonare la sua politica ultra-facile, almeno fino a quando le negoziazioni salariali annuali non saranno terminate in primavera.

Un sondaggio Reuters condotto su 29 economisti ha rilevato che tutti si aspettano che la BOJ rimanga ferma martedì e che non offra alcun suggerimento di muoversi a breve. Alcuni ritengono che agirà finalmente ad aprile, ma anche questo non è un punto fermo, dato che l'inflazione sta rallentando verso il 2%.

Tutti gli 85 intervistati nel sondaggio Reuters per la BCE non prevedono cambiamenti giovedì, vista la forte opposizione dei responsabili politici la scorsa settimana. Quasi la metà degli analisti prevedeva un primo taglio per giugno, mentre i futures ora implicano solo il 20% di possibilità per marzo, ma ancora circa l'80% per aprile.

I mercati hanno prezzato 130 punti base per il 2024, in parte sulla base della teoria che l'inflazione rallenterà abbastanza da costringere la BCE a tagliare per fermare l'aumento dei tassi reali.

Per le riunioni della Banca del Canada e della Norges Bank di questa settimana non si prevedono cambiamenti, ma si ritiene probabile che la Turchia effettui un rialzo, visti i commenti da falco della scorsa settimana.

Le probabilità di un taglio della Federal Reserve a marzo si sono spostate a 50-50 a seguito di una serie di dati migliori sulle vendite al dettaglio e sul sentimento dei consumatori, ma maggio rimane una scommessa dell'89%.

I rapporti sul PIL statunitense e sull'indice dei prezzi core PCE potrebbero cambiare l'equazione, con una grande probabilità che il core PCE aumenti dello 0,2% o meno a dicembre. Il ritmo annuale potrebbe scendere sotto il 3% per la prima volta da marzo 2021, mentre il ritmo semestrale annualizzato è già appena sotto il 2%.

La settimana è anche affollata di guadagni, e l'appetito è stato stuzzicato dall'upgrade di Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSMC) sulla domanda in crescita di chip di fascia alta utilizzati nelle applicazioni AI. Questo dovrebbe accentuare l'attenzione sui risultati di Intel e IBM, oltre che di Tesla, Netflix, Lockheed Martin e molti altri.

Sviluppi chiave che potrebbero influenzare i mercati lunedì:

- I guadagni di United Airlines e Brown & Brown.

- Indice anticipatore degli Stati Uniti per il mese di dicembre