BERNA (awp/ats) - Lieve calo della disoccupazione in Svizzera: in aprile il tasso dei senza lavoro si è attestato al 2,3%, a fronte del 2,4% di marzo e valore più basso da dicembre. Sull'arco di dodici mesi si registra invece un incremento di 0,3 punti.

Stando ai dati diffusi oggi dalla Segreteria di Stato dell'economia (Seco) in cifre assolute alla fine del quarto mese dell'anno il numero dei disoccupati iscritti agli uffici regionali di collocamento (URC) è sceso a 106'957, 1636 in meno di marzo, ma 16'423 in più di un anno prima. A titolo di confronto, nel momento più critico della pandemia (gennaio 2021) erano stati registrati 170'000 senza lavoro, con un tasso al 3,7%.

Va sottolineato come i dati sulla disoccupazione non tengano conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell'assistenza. Gli indicatori si basano inoltre sulle persone effettivamente iscritte all'URC: la definizione di disoccupato è quindi diversa da quella dell'Ufficio internazionale del lavoro (ILO), che opera attraverso sondaggi. Stando all'ILO la disoccupazione in Svizzera nel quarto trimestre (ultimo dato disponibile) era al 3,9%.

Tornando alle valutazioni odierne della Seco, in Ticino in febbraio il tasso di disoccupazione si è attestato al 2,5% (-0,2 punti rispetto a marzo, +0,2 su base annua), nei Grigioni all'1,2% (+0,3 e nessuna variazione). In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 4106 disoccupati (-377 mensile, +389 annuo), mentre nel cantone con capoluogo Coira la cifra è di 1337 (+354 e +23). Il Ticino è al nono posto fra i più toccati dal problema, mentre i Grigioni sono al sesto rango nella graduatoria dei meno colpiti.

Tornando all'ambito nazionale, dai dati pubblicati dalla Seco emerge anche che fra i giovani (15-24 anni) la disoccupazione è al 2,0%, fra i 25-49enni al 2,6% e fra gli over 50 anni al 2,2%. I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli URC da oltre un anno) erano 12'425, l'1,8% in più di marzo e il 3,1% in più di dodici mesi prima: per la precisione si trattava di 84 giovani, 6353 25-49enni e 5936 ultracinquantenni.

Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro dell'1,5% (nessuna variazione mensile e +0,2 annuo), gli stranieri del 4,4% (-0,1 e +0,8). Per regione di provenienza, i tassi più elevati si osservano per gli ucraini (32,7%), nettamente al primo posto, seguiti dai bulgari (8,8%), gli africani (8,5%), che la Seco considera nel loro insieme, e i rumeni (8,4%). L'Ue è al 3,9%. Riguardo ai principali paesi confinanti, la Francia è al 5,5%, l'Italia al 3,8% e la Germania al 2,6%.

Complessivamente, fa sapere ancora la Seco, le persone in cerca d'impiego registrate nel mese scorso erano 177'570, lo 0,5% in meno di marzo. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, le persone che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento era pari a 41'531 (-882 mensile e +21'534 annuo).

I funzionari di Berna hanno pubblicato anche i dati relativi al lavoro ridotto per il mese di febbraio (ultimo dato disponibile), che risulta poco diffuso: ha infatti colpito solo 3286 persone in 167 aziende. Sempre in febbraio 1951 persone hanno esaurito il diritto alle prestazioni dell'assicurazione contro la disoccupazione.