(Alliance News) - Con la stessa cura con cui gli operai lavorano il suo lussuoso cachemire, Brunello Cucinelli continua a tessere l'intreccio di un nuovo "capitalismo contemporaneo", che si regga su un concetto ampliato di sostenibilità.

Ne ha parlato a Londra in occasione dell'incontro "The future of fashion: Italians at the forefront of sustainable fashion" organizzato nella sede dell'Ambasciata italiana. Insieme a lui, anche Federico Marchetti, fondatore di Yoox-Net-a-Porter Group, membro del board di Giorgio Armani Spa e presidente della task force dedicata alla moda e parte integrante della Sustainable Markets Initiative, fondata dall'allora principe Carlo, oggi re Carlo III.

Una collaborazione, quella nata tra i due imprenditori italiani visionari e il sovrano, che continua a dare i suoi frutti. Di recente, infatti, Marchetti ha coinvolto Giorgio Armani nella produzione di cotone sostenibile in Puglia, in un progetto chiamato Apulia Regenerative Cotton.

Con Cucinelli, invece, Marchetti sta portando avanti il progetto Himalaya Regenerative Fashion Living Lab. Alcuni mesi fa, sono arrivati dall'Himalaya i primi cinque chilogrammi di cachemire molto pregiato prodotti nell'area in cui, con il supporto economico della società umbra, sono stati piantati alberi, si è dato lavoro a oltre 4.000 persone e si è ripristinata l'armonia col territorio. "Il cachemire è di ottima qualità - ha precisato Marchetti - il che vuol dire che il progetto è scalabile".

Il terzo progetto è quello del passaporto digitale dei capi, volto a indicare al consumatore finale l'origine e gli standard di sostenibilità impiegati per produrlo. Un passo essenziale per aiutare il cliente a compiere scelte etiche in fase di acquisto, e su cui l'UE sta lavorando, in parallelo, da tempo.

"Non siamo stati ancora coinvolti da Bruxelles nel progetto - racconta ad Alliance News Marchetti, uno dei primi a lavorare su questo tema - ma succederà. I regolamentatori hanno un approccio diverso, devono approvare leggi entro una certa scadenza, noi facciamo l'opposto. Cominciamo subito e poi sistemiamo strada facendo ma a un certo punto queste strade si incontreranno".

E uno dei nemici più agguerriti della sostenibilità è cosiddetto il fast-fashion: "Abbiamo tantissime imprese impostate in modi diversi - ha commentato Cucinelli - ma la presa di coscienza mondiale è avvenuta, e insieme possiamo cambiare le cose".

La società da lui fondata, Brunello Cucinelli Spa, nel primo trimestre 2023 ha riportato un fatturato in crescita del 35% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, con ricavi netti a EUR265,3 milioni da EUR196,9 milioni.

La sostenibilità, per Cucinelli, è anche culturale, oltre che morale ed economica: "Cosa fa l'impresa per far crescere la cultura della sua terra - si chiede l'imprenditore - e per migliorare la vita del personale operaio?".

"Abbiamo bisogno di mani sapienti. Chi è disposto a lavorare per EUR1.200 nelle nostre fabbriche? - ha chiesto Cucinelli - Vorremmo che certi lavori li facessero i figli degli altri. Con l'1% di profitti si può cambiare totalmente la vita dell'operaio. Questa è la sostenibilità economica. Gli alberghieri non trovano personale. Perché non alzare i salari, invece di sostenere i costi di una cena milionaria a New York? Anche questa è sostenibilità, umana sostenibilità. Abbiamo bisogno di equilibrare i profitti, tutti lavoriamo per un profitto ma ce n'è uno giusto e uno sbagliato".

Nel corso dell'incontro, ha anche confermato di non aver alcuna intenzione di trarre vantaggio da comuni escamotage, come lo spostamento della sede in luoghi più convenienti dal punto di vista fiscale: "Vorrei trasferirle l'azienda in Lussemburgo, mi disse una volta una persona. Lo invitai a venire nella nostra sede, un bel viaggio di diverse ore in auto. Al suo arrivo gli chiesi: le sembra che questa azienda abbia le ruote? E se ne andò. Come fa a crescere la mia bella Italia se io non la sostengo con le mie tasse? Sono felice di essere italiano", ha concluso.

Di Chiara Bruschi, Alliance News reporter

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