(Alliance News) - Non solo Moody's non ha declassato l'Italia a 'junk', spazzatura, come in molti temevano, ma ha addirittura migliorato l'outlook a Stabile da Negativo venerdì sera, dopo la chiusura dei mercati.

Le ragioni che hanno portato Moody's a migliorare le prospettive dell'Italia sono principalmente tre: la solidità delle banche, l'effetto positivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - PNRR e la diminuzione dei costi dell'energia.

Questi fattori hanno contribuito a dissipare il rischio di un declassamento del rating dell'Italia nella categoria 'junk', ossia degli investimenti speculativi.

L'outlook rappresenta il parere dell'agenzia sulla probabile direzione del rating nel medio termine e può essere Positivo, Negativo, Stabile o in via di sviluppo. Nel caso dell'Italia, un outlook Stabile indica una bassa probabilità di modifiche al rating nel medio termine. Questo significa che il timore di un declassamento a categoria speculativa da parte di Moody's si allontana nel tempo e non è più una preoccupazione immediata.

"Le prospettive economiche a breve termine dell'Italia sono sostenute dall'attuazione del PNRR e dai recenti miglioramenti nel settore bancario, che saranno sostenuti. I rischi legati alle forniture energetiche sono diminuiti in parte grazie al bel tempo dello scorso inverno, ma anche grazie alle azioni politiche del governo che hanno diversificato le forniture e potenziato ulteriormente le infrastrutture energetiche italiane", ha dichiarato l'agenzia di rating.

"Le prospettive di crescita ciclica continueranno a essere sostenute dalla realizzazione di investimenti nell'ambito del PNRR fino al 2026, anche se permangono rischi sostanziali nel caso in cui l'Italia non sia in grado di sfruttare al meglio le risorse del piano".

Secondo la proiezione di base di Moody's, è attesa una diminuzione del debito nel 2023, favorita da una crescita nominale ancora robusta e da una riduzione del deficit. L'agenzia di rating prevede che il rapporto debito/Prodotto Interno Lordo raggiungerà il 140,3% nel 2023, registrando un calo rispetto al 141,7% del 2022, seppur rimanendo circa 6 punti percentuali più elevato rispetto al periodo precedente alla pandemia.

Si prevede che il debito rimanga sostanzialmente stabile intorno a questo livello fino alla fine del decennio. È rilevante notare che Moody's non ha incluso nei suoi pronostici i guadagni derivanti dalle privatizzazioni, i quali rappresentano una potenziale fonte di sovraperformance, seppur limitata, rispetto allo scenario di riferimento.

Di Giuseppe Fabio Ciccomascolo, Alliance News senior reporter

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