L'oro brilla, il mais sbiadisce

Alla fine della scorsa settimana l'oro ha toccato il massimo storico a 2.118 dollari l'oncia. Il metallo prezioso è salito grazie al calo del dollaro USA e dei rendimenti dei titoli del Tesoro, con gli investitori che scommettono su una riduzione dei tassi di interesse da parte della Fed nel primo trimestre del 2024.

La sua curva contrasta con quella del mais, il cui prezzo per bushel è sceso al livello più basso dal dicembre 2020, a 4,5 dollari. L'offerta di questo cereale è abbondante, alimentata dal Brasile e dagli Stati Uniti, che hanno aumentato le superfici coltivate al picco dell'inflazione, ma la domanda rimane fiacca, appesantita dalla riduzione del patrimonio zootecnico mondiale.

Or et mais nov 23

Dzien dobry Warsawa! (Buongiorno Varsavia!)

Gli indici polacchi sono entrati nella Top 15 delle variazioni rialziste a 5 giorni nella mia classifica di indici internazionali. Potrei dirvi che i mercati di Varsavia sono stati favoriti dai brillanti articoli scritti dai miei colleghi Adrien Chavanne e Tommy Douziech sul mercato azionario polacco e sul distributore locale Dino Polska, ma sarebbe un’interpretazione un po’ troppo semplice da parte mia e farebbe troppo onore a questi giovani analisti. Suvvia.

Ma quindi cosa è successo? Sostenuto dagli investimenti stranieri e da una relativa stabilità politica ed economica, il centro finanziario della sesta economia europea, la più grande Borsa valori dell'Europa centrale, sta prosperando. Il Poland WIG 20, ad esempio, si sta muovendo in un canale rialzista regolare e simile dall'ottobre 2022, distinguendosi chiaramente dall'indice di riferimento del continente, l'Euro Stoxx 600.

Appesantiti da una forte componente bancaria, i mercati polacchi stanno beneficiando della rinnovata fiducia del settore in una riduzione più precoce dei tassi di interesse delle banche centrali. La buona performance del rame, spinta dalle interruzioni della produzione a Panama e in Perù, ha sostenuto anche KGHM Polska Mied, una delle 20 società del Wig20.

Bye bye Shanghai!

All'estremo opposto, gli indici cinesi continuano a mostrare segni di debolezza. Nonostante le misure di sostegno e stimolo di Pechino, i prezzi degli immobili sono ancora in pericolo e la fiducia dei consumatori rimane bassa.

La flessione dell'MSCI China, dello  Shanghai Stock Exchange, dello Shenzhen Stock Exchange, del Citic 50 e dell'Hang Seng di Hong Kong è ancora più visibile se confrontata con la forza del centro finanziario giapponese.