ROMA (MF-DJ)--Nel 2020 la perdita occupazionale si e' concentrata nelle regioni del Nord: in particolare Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e le province autonome di Trento e Bolzano hanno registrato circa 200.000 attivazioni nette in meno rispetto all'anno precedente, contribuendo per quasi due terzi ai minori flussi rilevati a livello nazionale.

E' quanto si legge in un'analisi della Banca d'Italia nella quale si precisa che il fenomeno riflette la distribuzione dell'occupazione (nel 2019 in queste aree e' stata creata oltre la meta' delle posizioni lavorative registrate sul territorio nazionale), gli andamenti dei diversi settori economici e l'impatto dei provvedimenti adottati nel corso dell'anno per fare fronte alla pandemia.

Anche a livello provinciale si evidenziano rilevanti eterogeneita'. Nei primi mesi dell'emergenza sanitaria, a fronte della generale sospensione di molte attivita' produttive, tutte le province hanno segnato una riduzione marcata delle attivazioni nette rispetto all'anno precedente.

Nei mesi estivi quasi tutte le aree del Paese hanno registrato un generale recupero dell'occupazione. Nei mesi autunnali, la ripresa ha mostrato segnali di rallentamento più evidenti in alcune aree, soprattutto nel Nord e intorno ai maggiori centri metropolitani, mentre e' proseguita in gran parte del Centro Sud. Il bilancio complessivo dell'anno indica che nel Mezzogiorno molte province hanno registrato un numero di attivazioni nette cumulate lievemente superiore a quello del 2019.

Il miglioramento e' stato alimentato soprattutto dai contratti a tempo indeterminato la cui durata, tradizionalmente piu' breve nel Mezzogiorno, e' stata prolungata dal blocco dei licenziamenti.

vs

(END) Dow Jones Newswires

January 22, 2021 04:49 ET (09:49 GMT)