Lo comunica oggi Istat, affermando che nel mese in esame la produzione segna un +42,1% a perimetro mensile dopo il -20,5% (rivisto) di aprile e una flessione tendenziale del 20,3% dal calo record del 43,4% (rivisto) del mese precedente.

Su base annuale, si tratta della quindicesima contrazione consecutiva.

Le attese degli analisti erano per un progresso del 22,8% su mese a fronte di una contrazione del 32,5% su anno a maggio della produzione, considerata un buon anticipatore del Pil.

"Dopo la forte flessione registrata ad aprile, mese caratterizzato dalle chiusure in molti settori produttivi in seguito ai provvedimenti connessi all'emergenza sanitaria, a maggio si assiste ad una significativa ripresa delle attività: tutti i comparti sono in crescita congiunturale, ad eccezione di quello delle industrie alimentari, bevande e tabacco, che registra una leggera flessione", commenta l'istituto di statistica.

Istat segnala comunque che il livello della produzione, "risente ancora della situazione generata dall'epidemia di Covid-19: l'indice generale, al netto della stagionalità, presenta una flessione del 20,0% rispetto al mese di gennaio, ultimo periodo precedente l'emergenza sanitaria".

I giorni lavorativi a maggio sono stati 20 contro i 22 di maggio 2019.

Nella media del periodo marzo-maggio, il livello della produzione cala del 29,9% rispetto ai tre mesi precedenti.

Nel primo trimestre, su cui solo parzialmente hanno pesato le ricadute dell'epidemia, il Pil italiano è sceso del 5,3% a livello congiunturale secondo i dati definitivi forniti il 29 maggio dalla stessa Istat, che ha effettuato una revisione marcatamente al ribasso rispetto al -4,7% stimato il mese prima. Per l'intero 2020 la contrazione, secondo l'Istituto di statistica, sarà superiore all'8%, mentre gli analisti assumono in media un calo del 10%, sempre a patto che il rimbalzo dell'economia nel secondo semestre sia robusto. Il governo stima un 2020 a -8%, con rischi al ribasso.

Secondo un report di Oxford Economics, l'intensificarsi del lockdown a partire dalla seconda metà di marzo peserà ancora di più su produzione e Pil nel secondo trimestre, con una contrazione del prodotto interno lordo che si porterà all'11%.