Le banche centrali si dividono in due categorie: hawkish da un lato e dovish dall'altro. Più che la decisione di politica monetaria, la posizione riflette la vera inclinazione della banca centrale. Ad esempio, la BCE, pur avendo alzato i tassi quindici giorni fa, ha adottato un atteggiamento più dovish, concentrando la sua comunicazione sulla probabile fine del ciclo di restrizione monetaria. Da parte sua, la BOJ ha lasciato poco spazio ai dubbi: ha mantenuto i tassi invariati e ha sostenuto la necessità di continuare la sua politica ultra-accomodante.

Sentite il cupo volo dei falchi sopra le nostre teste?

La situazione si fa sempre più dura e diventa più hawkish con la BNS, che ha lasciato i tassi invariati all'1,75% per non penalizzare (troppo) la crescita, pur chiarendo che ulteriori aumenti dei tassi per combattere l'inflazione non sono da escludere. Lo stesso non si può dire della BOE che, dopo aver lasciato i tassi invariati al 5,25%, si è unita al gruppo di coloro che ritengono che i tassi debbano essere mantenuti alti a lungo. Questo ci porta al caso della Fed, che ha fatto più o meno lo stesso ragionamento. La Federal Reserve statunitense si è attenuta alle sue previsioni: i tassi rimarranno al 5,50% per settembre, ma a ben vedere la maggioranza dei membri del comitato sta valutando un'ulteriore stretta da qui alla fine dell'anno, mantenendo una previsione di tassi superiori al 5% per tutto il prossimo anno. Almeno, questo è ciò che rivela il grafico a punti (il dot-plot) qui sotto.

Dot Plot

Vale anche la pena di notare che i membri della Fed nel complesso sono più hawkish rispetto a giugno, segno che l'aumento del prezzo del petrolio e le sue implicazioni ci hanno sicuramente messo lo zampino. È bastato questo per far sì che i rendimenti decennali statunitensi superassero i massimi registrati lo scorso ottobre al 4,33%, aprendo la strada a una continuazione del trend rialzista verso il 5%. L'effetto collaterale è quello di rimettere sotto pressione le azioni statunitensi, con un aumento del rischio sui titoli tecnologici.