ROMA (MF-DJ)--"Il pacchetto Fit for 55 rappresenta un duro colpo per l'automotive e non solo, mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro collegati al settore, e non affronta concretamente alcuni temi legati all'ecologia".

Lo scrive il segretario della Lega Matteo Salvini in una lettera pubblicata sulla Stampa. "Una politica realistica, che sappia coniugare tutela dell'ambiente e tutela del lavoro, avrebbe dovuto invece stanziare risorse importanti per avviare una riconversione produttiva, una formazione adeguata delle maestranze, un'indipendenza da Paesi extraeuropei della fornitura delle batterie. Oggi l'Italia non produce batterie, mentre l'Europa ha un rilievo marginale; la produzione è concentrata soprattutto in Cina. Siamo veramente sicuri di voler mettere la mobilità italiana ed europea nelle mani cinesi?", ha aggiunto Salvini sottolineando che "non è semplice produrle, perché occorre sbarcare sui mercati delle terre rare, egemonizzati a loro volta dalla Cina. Perché se è vero che il Vecchio Continente sta investendo per aumentare la sua produzione, costruendo circa 40 gigafactory, è altrettanto vero che la Cina, e l'Asia in generale, stanno investendo per fare numeri ancora più grandi".

"Il segretario dem dovrebbe sapere che rinunciare di colpo a veicoli benzina e diesel dal 2035 (di fatto senza gradualità, come invece proposto dalla Lega) danneggia la produzione automobilistica europea, un settore che è sempre stato strategico per l'Europa (e aumenta le emissioni globali di CO2)", ha proseguito Salvini precisando che "la Lega ha chiesto di non cancellare i veicoli benzina e diesel (70mila posti di lavoro in Italia secondo le stime di Anfia), ma di porsi l'obiettivo di una riduzione del 90% delle emissioni anziché del 100%, anche considerando che i progressi tecnologici garantiscono motori decisamente più puliti rispetto al passato".

"Domanda: siamo sicuri che l'elettrico sia un favore all'ambiente, nonostante i pesanti interrogativi a proposito di produzione di batterie e smaltimento? Ora inizieranno i negoziati ed è auspicabile che i governi nazionali migliorino un testo che rappresenta un pericolo molto serio. Viviamo un'epoca drammatica, che richiede buonsenso. Confido che i singoli Paesi, esercitando la propria legittima sovranità, sappiano difendere se stessi e l'Europa più di quanto non sia successo ieri a Strasburgo", ha concluso.

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1009:53 giu 2022


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