Di Marcello Bussi milanofinanza.it

MILANO (MF-DJ)--Il bitcoin «va verso l'irrilevanza». Così sentenzia un articolo postato sul blog della Bce. Ovviamente le posizioni espresse sul blog sono quelle degli autori e non rappresentano necessariamente le opinioni della Banca centrale europea e dell'Eurosistema. Ma il fatto che sia stato scelto questo articolo firmato da Ulrich Bindseil e Jürgen Schaaf (il primo direttore generale della divisione Infrastruttura di mercato e pagamenti della Bce, il secondo un advisor della stessa), pubblicato originariamente su Handelsblatt, la dice lunga sull'aria che tira all'istituto di Francoforte. Si tratta di una demolizione sistematica del bitcoin mentre quasi ogni giorno fallisce una società del settore cripto.

Il bitcoin non è un mezzo di pagamento...

Bindsell e Schaaf osservano che il bitcoin «è usato raramente per transazioni legali». Creato «per superare il sistema monetario e finanziario esistente», il bitcoin è stato «commercializzato come valuta digitale decentralizzata globale». Ma nei fatti non è così perché, secondo il duo della Bce, «il design concettuale e le carenze tecnologiche di bitcoin lo rendono discutibile come mezzo di pagamento: le transazioni in bitcoin sono poco maneggevoli, lente e costose. Bitcoin non è mai stato utilizzato in misura significativa per transazioni legali nel mondo reale».

...e non è nemmeno un investimento...

E il bitcoin non è adatto neanche come investimento perché «non genera flussi di cassa (come gli immobili) o dividendi (come le azioni), non può essere utilizzato in modo produttivo (come le materie prime) o fornire benefici sociali (come l'oro). La valutazione di mercato del bitcoin si basa quindi esclusivamente sulla speculazione».

...ma è solo speculazione

Le bolle speculative, sottolineano Bindsell e Schaaf, «si basano sull'afflusso di nuovo denaro. Il bitcoin ha anche ripetutamente beneficiato di ondate di nuovi investitori. Le manipolazioni da parte di singoli exchange o fornitori di stablecoin ecc. durante le prime ondate sono ben documentate, ma lo sono meno i fattori stabilizzanti dopo il presunto scoppio della bolla in primavera».

Nonostante l'inverno delle criptovalute in corso, però, «a metà luglio gli investimenti di capitale di rischio nel settore delle criptovalute e della blockchain ammontavano a 17,9 miliardi di dollari».

Regolamentare non vuol dire approvare

Affrontando il tema della regolamentazione, Bindsell e Schaaf tengono a precisare che questa «può essere fraintesa come un'approvazione». In realtà non è così. Intanto, solo negli Stati Uniti, il numero di criptolobbisti è quasi triplicato, passando da 115 nel 2018 a 320 nel 2021. Sarà per questo che «mentre l'Ue ha concordato un pacchetto normativo completo con il Mica, il Congresso e le autorità federali negli Stati Uniti non sono ancora riusciti a concordare regole coerenti»?

Non bisogna dare spazio all'innovazione a tutti i costi

Insomma, per i due esponenti della Bce, il bitcoin è un'americanata pompata dai soldi dei lobbisti e lo spiegano meglio nel paragrafo intitolato Persiste ostinatamente la convinzione che si debba dare spazio all'innovazione a tutti i costi.

Qui Bindsell e Schaaf danno il meglio di loro: «L'attuale regolamentazione delle criptovalute è in parte modellata da idee sbagliate. Persiste ostinatamente la convinzione che si debba dare spazio all'innovazione a tutti i costi. Poiché il bitcoin si basa su una nuova tecnologia - DLT / Blockchain - avrebbe un alto potenziale di trasformazione. In primo luogo, queste tecnologie hanno finora creato un valore limitato per la società, indipendentemente dalle grandi aspettative per il futuro. In secondo luogo, l'uso di una tecnologia promettente non è una condizione sufficiente per il valore aggiunto di un prodotto basato su di essa».

La regolamentazione puo trasmettere una falsa idea di sicurezza

Ma attenzione, «la presunta sanzione della regolamentazione ha anche indotto il settore finanziario convenzionale a rendere più facile per i clienti l'accesso al bitcoin. Ciò riguarda gestori patrimoniali e prestatori di servizi di pagamento, nonché assicuratori e banche. L'ingresso di istituzioni finanziarie suggerisce ai piccoli investitori che gli investimenti in bitcoin siano solidi». Ovviamente è una falsa impressione.

Attenzione banche, rischiate la vostra reputazione

E dopo aver fatto la solita tirata contro il bitcoin «inquinatore senza precedenti», Bindsell e Schaaf concludono in crescendo: «Poiché il bitcoin non sembra essere adatto né come sistema di pagamento né come forma di investimento, non dovrebbe essere trattato come nessuno dei due in termini normativi e quindi non dovrebbe essere legittimato. Allo stesso modo, il settore finanziario dovrebbe diffidare dei danni a lungo termine derivanti dalla promozione degli investimenti in bitcoin, nonostante i profitti a breve termine che potrebbero realizzare. L'impatto negativo sulle relazioni con i clienti e il danno reputazionale all'intero settore potrebbe essere enorme, una volta che gli investitori in bitcoin avranno subito ulteriori perdite».

Mentre Fidelity lancia il servizio di trading di bitcoin

Il messaggio alle banche è chiaro: se promuovete il bitcoin rischiate la vostra reputazione. Oltreoceano, intanto, Fidelity, un colosso che gestisce 4.500 miliardi di dollari, ha lanciato il servizio di trading del bitcoin per i clienti retail mentre il parlamento del Brasile ha approvato la legge che legalizza le criptovalute come mezzo di pagamento. (riproduzione riservata)

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3017:22 nov 2022


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November 30, 2022 11:24 ET (16:24 GMT)