MILANO (MF-DJ)--La Procura di Roma apre un fascicolo sul caro carburanti. Le prove di gravi speculazioni ai distributori, quelle le cerca la Finanza che il ministero dell'Economia ha allertato a dicembre, alla caduta degli sconti sulle accise.

Anche il ministero delle Imprese fa una mossa coinvolgendo Mister Prezzi, garante dell'equità delle tariffe. E a sua volta, spiega La Repubblica, Mister Prezzi potrà chiedere all'Autorità Antitrust di schierare i suoi finanzieri, specializzati in questo tipo di controlli. L'indicazione alla Finanza è chiara: deve passare a setaccio soprattutto le autostrade dove si registrerebbero i rincari più smaccati e dolorosi. L'emergenza sarebbe meno forte nelle città e nei piccoli centri.

Si muovono i magistrati, dunque. E si muove - sia pure con prudenza - il governo. Il caro carburanti inquieta Giorgia Meloni, consapevole che la stangata ai distributori può erodere una parte della sua popolarità, dovesse allargarsi a macchia d'olio in tutto il Paese. Peraltro il vice premier e ministro dei Trasporti non le fa sconti. Matteo Salvini chiama in causa la premier. Dice che le parlerà degli aumenti per benzina e diesel. Conferma che qualcuno sta facendo il furbo in giro per l'Italia, vendendo un litro di diesel anche a 2,5 euro. E che una riflessione sulle accise è necessaria a Palazzo Chigi. Il caro carburanti entrerà così nel prossimo Consiglio dei ministri, tra pochi giorni. In settimana, peraltro, le ispezioni sveleranno quanti benzinai vendono i carburanti a prezzi stellari. Gli esperti del governo potranno misurare, a cascata, gli impatti potenziali sull'inflazione.

E' improbabile, però, che il governo Meloni ripeschi subito il taglio alle accise - alle tasse - che Mario Draghi mise in campo nel 2022. Servirebbe intanto fino a un miliardo al mese per riproporre la sforbiciata alle accise: e questi soldi vanno trovati. Secondo punto, il governo Meloni ha fatto una scelta, a dicembre. Ha preferito puntare le limitate risorse soprattutto sul contenimento della bolletta elettrica di famiglie e imprese. Una direzione di marcia che si proverà a confermare in futuro, a escludere il ripescaggio di sconti in favore degli automobilisti.

Il Codacons "chiede al governo di estendere l'applicazione della legge 231 del 2005 che vieta già gli aumenti eccessivi dei prezzi al dettaglio degli alimenti. Il divieto andrebbe introdotto anche per il comparto delle benzine indicando il prezzo anomalo, la percentuale massima di aumento dei listini oltre la quale scatta l'illecito sanzionabile". Consumerismo invece propone di reintrodurre gli sgravi, ma solo per mezzi da lavoro, le auto di piccola cilindrata e i redditi sotto i 50 mila euro l'anno. Assoutenti infine invoca la riduzione automatica della tassazione al crescere dei prezzi industriali dei carburanti.

cos


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January 09, 2023 02:43 ET (07:43 GMT)