ROMA (MF-DJ)--Il governo fa marcia indietro sui carburanti. Una frenata brusca, dolorosa. Che Giorgia Meloni accetta di fare, cedendo almeno in parte all'assedio degli alleati. Rimettendo mano a un decreto approvato solo due giorni prima, per esplicitare una clausola: l'extra-gettito Iva provocato dall'aumento del costo della benzina potrà essere utilizzato per abbassare il prezzo del carburante, attraverso una riduzione delle accise.

Lo scrive Repubblica spiegando che è tutto possibile grazie a una norma del 2007, già utilizzata da Mario Draghi. E resa probabilmente ancora più flessibile dall'esecutivo, in modo da intervenire in qualunque momento, valutando gli sbalzi di prezzo. Certo, questo taglio non ci sarà domani, su questo almeno la leader non cede. Ma resta un dietrofront pesante, che la premier sceglie di governare con due interviste in prima serata su Tg1 e Tg5. Il massimo dell'esposizione sulle due reti ammiraglie.

La giornata era partita malissimo, d'altra parte. Con lo sciopero annunciato dai gestori dei distributori per il prossimo 25 e 26 gennaio. In un attimo, prendono forma i timori di Lega e Forza Italia, si aprono crepe nel blocco sociale di riferimento, si alimenta confusione, si rischia un arretramento nel consenso a un mese dalle regionali. Meloni prova a correre ai ripari annunciando che i suoi ministri incontreranno oggi stesso le categorie in agitazione e accettano il piano B a cui l'esecutivo lavorava riservatamente da giorni, con un obiettivo: individuare il modo per ridurre eventualmente le accise. Con l'Iva extra, è la risposta. Come già fece Draghi.

Il primo annuncio è di Giancarlo Giorgetti, che durante il question time dice: «Il governo si riserva di adottare le misure di riduzione delle accise in funzione di una norma che consentirà un'azione in questo senso in relazione all'incremento verificato dei prezzi dei carburanti».

La notizia subito rimbalza, fonti dell'esecutivo chiariscono: non c'è alcun taglio, ma se dovesse servire lo si potrà fare richiamando la legge 244 del 2007. Il parametro cita uno scostamento del 2% del costo della benzina in un lasso di tempo determinato. Due ore dopo, il Consiglio dei ministri integra il testo già licenziato martedì con il clamoroso ritocco.

L'annuncio definitivo è però di Meloni. Che va in tv e sostiene: «Nel programma FdI non c'è il taglio delle accise. Abbiamo scritto sterilizzazione: se il prezzo sale oltre una soglia, quello che lo Stato incassa in più di accise Iva verrà utilizzato per abbassare il prezzo. Ed è ciò che prevede il nostro decreto». Certo, Palazzo Chigi spera ancora di non dover intervenire, prevedendo che il prezzo inizi a scendere. Un nuovo aumento, però, potrebbe verificarsi il 5 febbraio, con l'entrata in vigore dell'embargo al greggio russo sui prodotti raffinati.

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