MILANO (MF-DJ)--Gli Stati Uniti e la Cina si sono impegnati congiuntamente al vertice sul clima delle Nazioni Unite a intensificare le azioni per combattere i cambiamenti climatici nel prossimo decennio.

I due Paesi, che sono i due principali emettitori di gas a effetto serra al mondo, non hanno però approvato una proposta del Regno Unito presentata all'inizio della giornata di ieri che chiedeva ai Paesi di aggiornare i loro piani di riduzione delle emissioni entro la fine del prossimo anno. Quella proposta, presentata dal Paese ospitante il vertice, era vista come un modo per colmare il divario tra quanto i Governi si sono impegnati a tagliare le emissioni e quanto gli scienziati pensano sia necessario per evitare i peggiori effetti del cambiamento climatico.

In un'insolita dichiarazione congiunta, Washington e Pechino si sono impegnate a lavorare insieme su una serie di fronti, tra cui la riduzione delle emissioni di metano. La Cina non ha firmato l'accordo di una coalizione di Paesi, guidata dagli Stati Unit, che si è impegnata la scorsa settimana a ridurre le emissioni di metano.

"Ogni passo è importante in questo momento e abbiamo un lungo viaggio davanti a noi", ha affermato l'inviato per il Clima degli Stati Uniti, John Kerry. La dichiarazione congiunta "dimostra che la cooperazione è l'unica scelta tra Cina e Stati Uniti", ha affermato Xie Zhenhua, l'inviato speciale per il Clima cinese.

La mossa bilaterale arriva gli ultimi giorni del vertice sul clima di due settimane in corso a Glasgow. Gli Stati Uniti e la Cina stanno subendo pressioni da parte dei Paesi più poveri per allineare i loro piani di riduzione delle emissioni con ciò che gli scienziati dicono sia necessario per rispettare l'accordo di Parigi. Tale accordo, firmato nel 2015, chiede ai Governi di adoperarsi per limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius, preferibilmente di 1,5 gradi, rispetto alle temperature dell'era preindustriale, entro la fine del secolo. Le Nazioni Unite affermano che i piani presentati finora nell'ambito dell'accordo mettono il mondo sulla buona strada per i 2,7 gradi di riscaldamento.

"La dichiarazione non è sufficiente per chiudere l'accordo", ha affermato Bernice Lee, direttore della ricerca presso Chatham House, un think tank di Londra. "La vera prova di Washington e Pechino è la forza con cui spingono per un accordo allineato a 1,5 gradi Celsius qui a Glasgow", ha aggiunto.

La proposta del Regno Unito esorta i Governi del mondo a impegnarsi entro la fine del prossimo anno a realizzare tagli più profondi delle emissioni di gas serra, con una grande accelerazione dei loro programmi di riduzione delle emissioni. La proposta, tuttavia, non fa abbastanza secondo alcune Nazioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici che sono povere e hanno grandi popolazioni che vivono vicino alla costa.

"Esortare, incoraggiare e invitare non è un linguaggio decisivo", ha affermato Aubrey Webson, un diplomatico di Antigua e Barbuda che presiede l'Alleanza dei piccoli Stati insulari.

Colmare il divario delle emissioni non è l'unico ostacolo che devono affrontare i negoziatori negli ultimi giorni dei colloqui al vertice. I Paesi in via di sviluppo stanno chiedendo un forte impegno da parte delle Nazioni ricche che dovrebbero fornire più fondi per permettere loro di adottare energie rinnovabili e proteggersi dagli effetti dei cambiamenti climatici, come la siccità e l'innalzamento del livello del mare.

"Rimaniamo estremamente preoccupati per la mancanza di progressi sulle questioni finanziarie", ha affermato Diego Pacheco, negoziatore boliviano e portavoce del gruppo dei Paesi in via di sviluppo, che comprende Cina e India. "Non c'è alcuna volontà da parte dei nostri partner, i Paesi sviluppati, di impegnarsi in una fruttuosa discussione sui finanziamenti a lungo termine", ha sottolineato.

Le bozze di accordi separate rilasciate dal Regno Unito martedì e ieri hanno anche delineato un possibile accordo sul regolamento dell'accordo di Parigi del 2015, uno degli obiettivi chiave del vertice. I testi, tuttavia, hanno suggerito la presenza di ampie differenze tra i Governi su queste questioni fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi dell'accordo di Parigi.

In una bozza pubblicata ieri dal Regno Unito viene chiesto ai Governi di accelerare l'eliminazione graduale dei sussidi per i combustibili fossili e del carbone. Tale disposizione ha in passato suscitato dure obiezioni da parte dei grandi esportatori di combustibili fossili come l'Arabia Saudita e la Russia, e non è mai stata inclusa nei precedenti accordi sul clima.

Uno dei testi pubblicati ieri è una bozza dell'accordo che dovrebbe essere firmato da più di 190 Nazioni e mette su carta quello che era essenzialmente il piano B per raggiungere gli obiettivi climatici dell'accordo di Parigi, dopo che tutti i principali emettitori hanno presentato i loro piani climatici e, secondo le Nazioni Unite, non hanno avuto successo.

Il Regno Unito ha proposto di richiedere alle Nazioni Unite di valutare i piani sulle emissioni dei Governi in maniera più regolare nella speranza di ottenere presto impegni più rapidi per il taglio delle emissioni. La bozza esorta i Paesi ad aggiornare i propri piani sulle emissioni entro la fine del prossimo anno per allinearli all'ambizione di 1,5 gradi, mentre l'accordo di Parigi normalmente richiederebbe aggiornamenti intorno al 2025.

Le Nazioni Unite affermano che il riscaldamento potrebbe essere limitato a 2,2 gradi se si tiene conto degli impegni a lungo termine dei Governi - e ancora vaghi - per raggiungere emissioni nette pari a zero. L'Agenzia internazionale per l'energia prevede che, tenendo conto dei piani non ancora presentati ufficialmente alle Nazioni Unite, principalmente in India, il riscaldamento sarà di circa 1,8 gradi.

L'amministrazione Biden e le Nazioni dell'Unione europea si sono impegnate in lunghi processi di trasformazione dei loro piani climatici in legge e sono cauti nel rivedere i loro obiettivi di emissioni così presto, secondo funzionari che hanno familiarità con il loro pensiero. La Cina, il più grande emettitore al mondo, e l'India hanno precedentemente respinto le pressioni dell'Occidente per ridurre le emissioni prima, affermando che le emissioni pro capite degli Stati Uniti e della maggior parte delle Nazioni europee sono ancora ben al di sopra di quelle del mondo in via di sviluppo.

Le bozze proposte dal Regno Unito includono una disposizione su come segnalare sia i gas serra che i finanziamenti per il clima alle Nazioni Unite, un'altra questione controversa che secondo i negoziatori è ancora irrisolta nei colloqui. I Paesi sviluppati vogliono che i Paesi in via di sviluppo accettino gli stessi requisiti per segnalare queste emissioni di gas serra il prima possibile; mentre i trattati delle Nazioni Unite hanno finora esentato le Nazioni in via di sviluppo da tali regole.

cos

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November 11, 2021 03:15 ET (08:15 GMT)