di Massimo Simbula

MILANO (MF-DJ)--Il 15 aprile scorso, il Comitato della House of Representatives statunitense (l'equivalente della nostra Camera dei Deputati), competente sui servizi finanziari, ha pubblicato una proposta di legge decisamente restrittiva nei confronti delle cosiddette stablecoin.

Per comprendere la severità della nuova norma, si legge su milanofinanza.it, basta leggere il primo articolo (dopo le numerose definizioni della proposta di legge). E infatti, salvi i casi di complessa e articolata autorizzazione rilasciata dagli organi governativi competenti (comunque concessa solo entro certi limiti agli emittenti di stablecoin), sarà illegale per chiunque emettere stablecoin con finalità di pagamento, sia direttamente che indirettamente negli Stati Uniti, attraverso qualsiasi mezzo o strumento di trasporto o comunicazione, con pene pecuniare fino a 1 milione di dollari e detentive fino a 5 anni di galera per chi viola le disposizioni ivi previste.

In buona sostanza, per poter ottenere una licenza ed emettere stablecoin senza incorrere in sanzioni, sarà necessario passare il vaglio del regolatore composto dal board della Federal Reserve, dall'Office of the Comptroller of the Currency (Agenzia Federale del Ministero del Tesoro), e dalla Federal Deposit Insurance Corporation e dalla National Credit Union Administration, agenzie federali indipendenti.

La procedura dura al massimo 90 giorni e si basa su una serie di richieste documentali e requisiti finanziari complessi e difficilmente superabili per startup innovative, lasciando spazio solo a realtà strutturate con capacità e organizzazione analoga a quella di istituti finanziari tradizionali.

Il tutto ricorda quanto accade in Europa con la ormai nota Micar o Market in Crypto Asset Regulation, la proposta di regolamentazione in discussione da oltre 3 anni e che il 20 aprile prossimo potrebbe vedere la luce considerata la imminente votazione al Parlamento Europeo sulla base dell'ultimissima bozza disponibile.

Sebbene molti affezionati della DeFi e degli NFT sembrano essere tranquillizzati dal fatto che strutture «totalmente» decentralizzate e NFT relativi al mondo dell'arte o a immobili, non rientrino nel campo di applicazione della Micar, a ben vedere appare evidente che anche questi mercati possono essere pesantemente impattati da questa nuova regolamentazione. E infatti, innanzitutto l'esclusione di progetti decentralizzati si ha solo quando questi sono «totalmente» decentralizzati: una parola che ha il valore di vera e propria pillola avvelenata posto che sarà estremamente facile dimostrare l'esistenza di forme dirette o indirette o alternative di centralizzazione.

Per quanto riguarda gli NFT, invece, rientrerebbero, sempre secondo le ultime indicazioni, i cosiddetti collezionabili (come per esempio le Bored Apes). Anche gli exchange extra Ue sono avvisati: nonostante si chiarisca che escano fuori dal perimetro regolatorio quegli exchange che non hanno utenti Ue o i cui utenti Ue approcciano spontaneamente l'exchange, appare estremamente improbabile che player come Binance o Kraken blocchino qualunque comunicazione commerciale verso utenti localizzati nell'Ue. In sostanza, se gli exchange extra Ue sollecitano utenti Ue, saranno tenuti a rispettare le regole della Micar (salve le norme comuni applicabili a tutti i Vasp).

Ma il fil rouge che unisce la Micar con la proposta di legge della Camera bassa statunitense è proprio la stretta sulle stablecoin. Anche nella Micar infatti sono previste stringenti verifiche e regolamentazioni per i cosiddetti Semt, ovvero i Significant E-money Token.

E infatti, così come per la proposta americana, anche per l'Unione Europea è prevista una «finanziarizzazione» dei requisiti soggettivi necessari per ottenere una licenza per emettere token di pagamento (tra cui evidentemente anche le stablecoin) che, nel caso in cui il loro volume di diffusione sia significativo (ovvero superi determinati parametri), implicherà all'emittente la qualifica di istituto di moneta elettronica o ente creditizio ai sensi delle leggi e regolamentazioni vigenti, senza contare anche qui il controllo di diverse autorità (con Eba ed Esma entrambe coinvolte come raramente visto nei casi della finanza tradizionale).

In definitiva, a ben guardare, sembrerebbe che entrambe le regolamentazioni per molti aspetti guardino al passato, ma puntano su un «cinghiale» attuale e ben presente: la stablecoin per eccellenza e che sta dominando il mercato mondiale, ovvero USDT (Tether), l'unico e ultimo rivale, insieme a Bitcoin e forse Ethereum, dell'euro o del dollaro digitale.

red/alb


(END) Dow Jones Newswires

April 18, 2023 04:11 ET (08:11 GMT)