ROMA (MF-DJ)--Sul nuovo tetto del contante massima attenzione all'impatto su evasione fiscale ed economia sommersa. Sulle cripto siamo indietro, servono nuove regole del gioco. "Il Bitcoin e' una scommessa priva di valore intrinseco, chi ha piacere di giocare può farlo, ma anche i casinò devono rispettare regole di sicurezza e correttezza, altrimenti si rischiano fallimenti tipo FTX, che aveva cento società e nessun governo societario". Il governatore Ignazio Visco ha chiuso venerdì il Salone dei Pagamenti lanciando la nuova call for proposals dell'Hub di Milano di Banca d'Italia che sarà dedicato alle tecnologie DLT. E in questa intervista concessa a ClassCnbc, e pubblicata da MF-Milano Finanza, è intervenuto sui temi più caldi per il futuro dei pagamenti.

Domanda. Governatore, visto quello che accade in questi giorni, come guardate al futuro dei pagamenti?

Risposta. Per parlare del futuro bisogna partire dal passato. Negli anni 80 c'erano ritardi straordinari anche nella trasformazione degli assegni in circolante. E la Banca d'Italia è stata per oltre 30 anni sulla frontiera. Quando si sono formate l'Unione Monetaria e la BCE, sulla spinta di Padoa-Schioppa, siamo stati una delle banche centrali che ha avuto maggiori responsabilità nella costruzione delle infrastrutture. Prima all'ingrosso, e per i pagamenti cross-border e quelli al dettaglio. Poi nella creazione di una un'ottima struttura che si chiama Tips, quella che consente alle banche pagamenti istantanei con una tecnologia simile a quelle blockchain ma basata sulla capacita' della Banca Centrale di garantire.

D. E ora?

R. Oggi la tecnologia DLT puo' essere utilizzata, ad esempio, da una impresa per emettere obbligazioni, e noi dobbiamo trasformare quella in moneta di Banca Centrale. Per farlo stiamo costruendo i raccordi giusti.

Quindi DLT che si parla con le infrastrutture che gestiamo continuamente: Target, Target2, Tips e così via. Nel tempo ci sarà un'unica struttura. Il nostro dipartimento informatico è molto avanzato e la nostra tecnologia è già adottata in Svezia e lo sarà in altri paesi scandinavi e altre aree del mondo. L'obiettivo concreto è anche rendere le transazioni cross border meno costose e più sicure possibili.

D. A proposito di sicurezza, il mondo cripto è scosso dallo scandalo FTX. Cosa è andato storto?

R. Nella esperienza americana la tecnologia è stata utilizzata per creare degli strumenti che non hanno valore intrinseco, e contemporaneamente di scambiarli su una piattaforma molto opaca, di cui si sa molto poco. Il problema, in quel caso, sono anche i conflitti di interesse. Una piattaforma sulla quale si scambiano le cripto attività prodotte da chi ha costruito la piattaforma stessa può essere un problema, se non ben regolato.

D. Sorveglianza e regolamentazione sono in ritardo.

R. Si, siamo indietro. In Europa stiamo procedendo su percorso segnato da tempo, e dobbiamo accelerare. La regolamentazione Micar ( Market in Cripto-Asset Regulation, ndr ) è in corso di adozione, e partirà in primavera. Ma serve una risposta anche dagli Usa, dove c'è più resistenza.

D. Cosa si può fare?

R. Di fronte a delle attività che non hanno valore è difficile dire: le sorvegliamo. Non possiamo sorvegliare le scommesse, solo i parlamenti le possono abolire, ma le possiamo regolare. Il Bitcoin o le cripto attività non hanno valore intrinseco. Hanno valore solo perché ci possiamo investire, e poi magari utilizzarle per vari scopi, come riserva di valore o per trasferire fondi, quindi con tutti i rischi tradizionali: dal riciclaggio al fatto che vengano utilizzate a fini delittuosi. E' come le scommesse che si fanno al casinò. Anche nel mondo digitale bisogna che il casinò segua una serie di regole: deve essere trasparente, non ci devono essere imbrogli, deve essere chiaro a chi partecipa, quali sono i rischi e quali sono i possibili benefici. La Micar ne tiene conto. E siamo al lavoro su questo con Consob e Mef.

D. Non la preoccupa la lentezza del processo?

R. Sì, è un po lento, ma tutti i processi su regole del gioco comunitario richiedono scambi e valutazioni. Il mondo cambia rapidamente, e dove non ci sono regole possono emergere novità molto rischiose. Non è detto che saremo sempre in grado di stare sempre dietro a tutto. Per questo gli strumenti normativi da soli non bastano, serve la capacità di osservare e mettere in guardia. Dobbiamo garantire che sia tutelato chi investe in questi strumenti, in particolare i giovani, che devono avere chiaro quali rischi prendono con i loro investimenti. L'educazione finanziaria è in ritardo, ma stiamo facendo il massimo anche su questo fronte.

D. A che punto è l'euro digitale?

R. Il processo è iniziato ad ottobre dello scorso anno, e finirà ad ottobre del prossimo. Il Consiglio Direttivo della BCE deciderà se è il percorso da seguire, ma io sono molto fiducioso che quello che stiamo facendo andrà a buon fine. Ovviamente serviranno una serie di garanzie. L'euro digitale dovrà svolgere la stessa funzione delle banconote nel mondo tradizionale, quindi complementare alle funzioni di pagamento esercitate dalle banche con i depositi, gli assegni e i bonifici. La scommessa è farlo rispettando regole cruciali, come la privacy. E non disintermediando il sistema bancario, ma essendo complementari.

Tra le cose che stiamo studiando c'è anche un limite agli euro digitali che ciascuno di noi potrà avere. Questo potrebbe portare paradossalmente in una discussione sul cash digitale simile a quella attuale sul limite al contante.

D. Un limite appena innalzato dal nuovo Governo. La preoccupa?

R. Ci sono due dimensioni per capire se preoccupa o meno. La prima è che anche l'Italia sta andando sempre di più verso i pagamenti digitali, elettronici, contactless. Questo progresso continuerà nel nostro paese come è avvenuto in altri, ad un tasso anche alto, ma non per questo sparirà il circolante. Il problema dei limiti al contante ha a che fare con l'utilizzo del circolante. Quindi c'è un problema, a volte, di utilizzo che non rispetta regole che noi pensiamo si debbano rispettare. Però questa è una questione veramente molto politica, sulla quale bisogna confrontarsi dal punto vista tecnico. Noi abbiamo una valutazione di rischi, per esempio sull'evasione fiscale e sull'utilizzo a fini non leciti , della quale credo bisogna sottolineare con forza il rilievo. Bisogna anche dire che io mi aspetto che le regole siano valide per tutti. Quindi auspico l'armonizzazione dei limiti a livello europeo.

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2809:38 nov 2022


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