MILANO (MF-NW)--"Sono 824 comuni che non hanno ancora approvato il bilancio di previsione 2023, mentre 356 non hanno approvato neanche il consuntivo 2022". A parlare è Paolo Gesa, ceo di Officine Cst che dal 2004 fornisce a banche, investitori istituzionali, utilities e aziende multinazionali un servizio integrato di management del credito.

"Negli ultimi anni i corposi trasferimenti dallo Stato centrale hanno consentito di ridurre lo stock di debiti commerciali dai 53 miliardi del 2018 a circa 42 miliardi e di abbassare a poche unità all'anno i comuni in dissesto finanziario", afferma l'esperto. "Ma ora la situazione sta drammaticamente cambiando; i cordoni della borsa sono più stretti, e non pare esserci lo spazio per continuare a finanziare a debito i deficit correnti delle pa tramite anticipazioni di cassa da restituire con mutui già in partenza insostenibili".

"In Sicilia nei giorni scorsi 192 comuni (il 49,4% del totale, ndr.) sono stati commissariati dalla Regione. Secondo l'osservatorio di Officine Cst, è massimo il rischio di una nuova ondata di dissesti a spese dei fornitori dei comuni che impiegheranno anni per recuperare solo una parte di quanto dovuto. Non dimentichiamo poi che al primo gennaio 2024 scadranno i termini per il blocco delle azioni esecutive nei confronti del debito sanitario della Calabria, che ammonterebbe a circa 1 miliardo, e che dovrà essere saldato entro quella data per evitare la corsa di tutti i creditori, contemporaneamente, all'esigua cassa delle asl calabresi", conclude Gesa.

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October 30, 2023 08:37 ET (12:37 GMT)