ROMA (MF-DJ)--La transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio è una sfida non più rimandabile, che può essere affrontata investendo in tecnologie in grado di ridurre la carbon footprint globale per arrivare al Net Zero, il punto in cui le emissioni globali di gas serra nell'atmosfera saranno bilanciate da quelle rimosse. Traguardo necessario per realizzare l'obiettivo dell'Accordo di Parigi, ossia limitare il riscaldamento della terra a 1,5 gradi C entro il 2050. Per farlo, secondo l'Iea nei prossimi dieci anni saranno necessari fino a 21 tln di usd di nuovi investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio, sia mature che emergenti. Almeno il 10% di questa cifra dovrà provenire da investitori privati quali venture capitalist (VC), società di private equity (PE), aziende con divisioni per il capitale di rischio (CVA) e istituzioni finanziarie.

I capitali degli investitori privati, infatti, si legge in una nota, sono fondamentali per supportare le start-up e le aziende in fase di crescita coinvolte nello sviluppo di tecnologie innovative. Un'analisi del Center for Growth and Innovation Analytics di Boston Consulting Group (Bcg) dal titolo "Private Investors Must Commit as Much as Eight Times More to the Low-Carbon Economy", effettuata su dati NetBase Quid, che ha preso in considerazione sia collocamenti privati che finanziamenti non-debt o garantiti da azioni, ha stimato che dal 2016 al 2021 gli investitori privati hanno contribuito con quasi 160 mld di usd di capitale, con un aumento costante ogni anno. Ma non è abbastanza per gli obiettivi climatici prefissati, per i quali bisognerebbe arrivare a 470 mld entro il 2030 e quindi investire un importo otto volte maggiore di quello del 2021.

"Nei prossimi dieci anni, la transizione verso un'economia a impatto zero richiederà una forte accelerazione nella corsa agli investimenti privati in tecnologie a basse emissioni di carbonio. Per raggiungere gli obiettivi climatici prefissati, però, non sarà sufficiente aumentare il volume del capitale investito. Il raggiungimento di questi obiettivi richiederà anche un reindirizzamento degli attuali investimenti in tecnologie più mature verso una nuova combinazione di tecnologie, sia mature che emergenti", spiega Elisa Crotti, Managing Director e Partner di Boston Consulting Group.

Le tecnologie mature sono quelle già presenti sul mercato in misura significativa (veicoli elettrici, stoccaggio di energia, biocarburanti, energia solare, eolica e nucleare) mentre quelle emergenti sono ancora in fase sperimentale. Eppure, secondo l'International Energy Agency, è da loro che dipende più di un terzo delle riduzioni dei gas serra. Possono essere riassunte in: idrogeno, che ha un grande potenziale per ridurre le emissioni se usato come combustibile per i trasporti e/o per i processi industriali; cattura e stoccaggio del carbonio (CCUS); monitoraggio del clima; tecnologie bimodali, ossia mature che però continuano a essere innovate, per esempio i biocarburanti a base di metanolo, ammoniaca e cherosene per l'industria aeronautica e navale. Oltre il 90% degli investimenti si è quindi rivolto esclusivamente a tecnologie mature.

L'analisi di Bcg suggerisce alcune strategie da adottare per superare l'incertezza, ad esempio concentrarsi sull'intero ecosistema delle tecnologie low carbon e non su un insieme limitato di soluzioni. Del resto, ogni tecnologia ha i propri tempi di realizzazione sia tecnici che economici: costruire un portafoglio di investimenti in tecnologie diverse e complementari - mature e non e quindi più o meno rischiose - utilizzando inoltre una varietà di veicoli di investimento, consente di distribuire il rischio e di massimizzare i rendimenti.

gug


(END) Dow Jones Newswires

April 07, 2022 10:17 ET (14:17 GMT)