"La Corte di Cassazione respinge i ricorsi... ritenendo sufficienti le motivazioni adottate dai giudici nell'ambito della loro valutazione", si è pronunciata in un comunicato la Cour de Cassation, confermando la decisione della Corte d'appello.

L'Italia ha a lungo chiesto l'estradizione degli ex militanti, che avevano trovato asilo in Francia a condizione di rinunciare alla violenza dopo il periodo degli "anni di piombo", tra la fine degli anni '60 e gli anni '80.

Nell'aprile del 2021, la Francia ha arrestato sette militanti di sinistra italiani latitanti, ai quali Parigi aveva offerto asilo per decenni, in seguito alla loro condanna in Italia per terrorismo.

La sentenza di oggi riguarda queste sette persone più altre tre, tutte di età compresa tra i 62 e gli 89 anni.

L'estate scorsa, la decisione di un tribunale di grado inferiore, di non estradare i militanti per motivi legati al rispetto dei diritti umani aveva provocato una spaccatura tra i due Paesi, con alcuni politici di Roma che avevano giudicato la decisione dei guidici francesi come "inaccettabile".

La presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni la scorsa estate aveva definito "inaccettabile e vergognosa" la scelta di non estradare i militanti.

Tra gli arrestati c'è Giorgio Pietrostefani, cofondatore di Lotta Continua, condannato a 22 anni di carcere per il suo ruolo nell'omicidio del commissario di polizia di Milano Luigi Calabresi, avvenuto nel 1972, e anche alcuni membri delle Brigate Rosse, tra cui Marina Petrella, Roberta Cappelli e Sergio Tornaghi, tutti condannati all'ergastolo per aver preso parte a vari omicidi e sequestri.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandalà)