Intorno alle 11,40 italiane, i futures sul Brent avanzano di 29 centesimi, o dello 0,3%, a 89,63 dollari il barile, dopo aver toccato ieri 91,04 dollari, i massimi da ottobre 2014.

I futures sul greggio Usa guadagnano 19 centesimi, o lo 0,2%, a 86,80 dollari il barile. Durante la seduta il contratto ha raggiunto i massimi di sette anni a 88,54 dollari il barile.

Entrambi i contratti sono indirizzati verso quello che sarebbe il rally più lungo in termini di guadagni settimanali da ottobre.

I prezzi del greggio continuano a essere sostenuti dai timori di un impatto sui mercati energetici dalla crisi in Ucraina. Tuttavia, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto che Mosca non vuole una guerra con l'Ucraina.

Il rialzo è però limitato dalla ripresa del dollaro statunitense, che si avvia a chiudere la miglior settimana in sette mesi sulle aspettative di tassi d'interesse più alti.

In occasione del meeting Opec+ in agenda il 2 febbraio, il gruppo probabilmente manterrà l'aumento previsto dal target di produzione per il mese di marzo, secondo quanto riferito a Reuters da diverse fonti Opec+.

Sul fronte della domanda, le importazioni di greggio in Cina, il primo importatore a livello mondiale della commodity, potrebbero rimbalzare del 7% quest'anno, hanno detto analisti e dirigenti di major petrolifere.

(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Milano Sabina Suzzi, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com, +48587696613)