LONDRA (Reuters) - I prezzi del greggio sono in rialzo dopo che l'International energy agency ha detto che l'offerta è limitata, ma restano ancora impostati per chiudere la settimana in ribasso sui timori relativi all'inflazione e su un possibile accordo Usa-Iran che potrebbe aumentare l'offerta globale.

Alle 11,26 il Brent avanza di 0,58% a 91,91 dollari a barile, mentre i futures sul greggio Usa guadagnano lo 0,55% a 90,37 dollari a barile.

Entrambi i contratti sono comunque in corsa per mettere a segno il primo calo settimanale dopo sette settimane consecutive in rialzo.

L'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi potrebbero contribuire ad attenuare la volatilità dei mercati del petrolio estraendo più greggio, ha detto oggi l'Iea, aggiungendo che la produzione dell'Opec+ a gennaio è rimasta al di sotto del target di 900.000 barili al giorno.

I due produttore del gruppo Opec+ hanno la capacità produttiva maggiormente inutilizzata e potrebbero contribuire a stabilizzare le scorte globali di greggio, il cui calo è uno dei fattori che ha spinto il greggio verso i 100 dollari a barile, aggravando l'inflazione a livello mondiale.

L'Opec inoltre ha detto che la domanda globale di greggio potrebbe crescere ancora più rapidamente quest'anno in un quadro di solida ripresa economica post-pandemica.

La prospettiva di un incremento aggressivo dei tassi da parte da parte della Federal reserve e le trattative in corso sul programma nucleare tra Usa ed Iran hanno limitato i guadagni del greggio.

Le trattative indirette tra Usa e Iran per ridare slancio l'accordo sul nucleare del 2015, riprese questa settimana dopo un'interruzione di 10 giorni. Un accordo potrebbe significare la fine delle sanzioni sul greggio iraniano e risolvere almeno in parte il problema della scarsità dell'offerta di greggio a livello globale.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Maria Pia Quaglia)