Alle 10,55, i futures del Brent guadagnano lo 0,46% a 80,52 dollari al barile dopo essere entrati ed usciti più volte dal territorio negativo nel corso della seduta. I futures del greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) sono in rialzo dello 0,43%, a 75,42 dollari al barile.

Entrambi i contratti sono saliti nelle ultime due sedute riprendendosi dal forte calo nella prima settimana del 2023.

Le scorte di greggio degli Stati Uniti sono cresciute di 14,9 milioni di barili nella settimana conclusasi il 6 gennaio, secondo quanto affermato da alcune fonti che hanno citato i dati dell'American petroleum institute (Api). Allo stesso tempo, le scorte di distillati sono aumentate di circa 1,1 milioni di barili.

Gli analisti intervistati da Reuters avevano previsto un calo delle scorte di greggio. I trader attendono anche i dati della Energy information administration (Eia) la cui pubblicazione è prevista per le 16,30.  [EIA/S]

A pesare sul mercato del petrolio ci sono state le preoccupazioni che un forte aumento dei tassi d'interesse per contenere l'inflazione possa innescare una recessione e ridurre la domanda di carburante. I dati sull'inflazione statunitense sono attesi per giovedì.

Secondo gli analisti, un'inflazione inferiore alle aspettative porterebbe ad un deprezzamento del dollaro, che potrebbe stimolare la domanda di petrolio, che risulterebbe più conveniente ai detentori di altre valute.

I prezzi sono sostenuti anche dalle speranze di crescita della domanda di carburante in Cina, secondo consumatore di petrolio al mondo dopo gli Stati Uniti, alla luce dell'allentamento delle restrizioni contro il coronavirus da parte di Pechino, che ha anche aumentato le quote di importazione di greggio del 20%.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Stefano Bernabei)