MILANO (MF-DJ)--Groupama Asset Management ha adottato una nuova metodologia di analisi Esg, che mira ad andare oltre i punteggi forniti dalle agenzie di rating.

Forte della sua lunga storia di approccio responsabile alla finanza, Groupama Am, spiega una nota, ha portato a compimento uno dei principali progetti che l'ha vista impegnata nel 2021/2022: la riprogettazione della propria metodologia Esg, con l'obiettivo di basarla sull'analisi dei dati grezzi di fornitori terzi, per avere una migliore comprensione della performance Esg delle società, piuttosto che sui punteggi forniti dalle agenzie di rating. In particolare, la metodologia si basa sull'individuazione, attraverso un'analisi qualitativa interna, degli indicatori Esg ritenuti chiave, successivamente ponderati in base ad algoritmi proprietari e al settore di appartenenza del titolo.

Il nuovo modello di rating Esg soddisfa i requisiti dei principi della doppia materialità, ovvero: identificare gli impatti finanziari negativi (rischi) o positivi (opportunità) che i fattori Esg possono avere sul valore finanziario degli investimenti; identificare l'impatto positivo o negativo dei fattori Esg sulle nostre scelte di investimento.

L'obiettivo di questo approccio di integrazione è quello di misurare l'impatto dei criteri Esg sui criteri finanziari e quindi di recepirlo all'interno delle decisioni di investimento finali.

In particolare, per comporre il nuovo rating Esg sono stati selezionati 63 indicatori. Questa scelta è stata operata dagli analisti sulla base degli indicatori più rilevanti per ciascuno dei pilastri: Ambiente, Sociale e Governance. Per esempio, sul pilastro ambientale troviamo l'intensità di carbonio e altri indicatori che riguardano la gestione dell'acqua e dei rifiuti, sul pilastro sociale il numero di infortuni sul lavoro o di ore di formazione dei dipendenti mentre sulla governance, la percentuale di amministratori indipendenti o la parità di genere nei consigli di amministrazione e nei consigli di sorveglianza.

Lo studio dei criteri Esg individuati come "rilevanti", combina l'analisi top-down e bottom-up. Si parte da un'analisi macroeconomica sulle tre transizioni identificate come strutturali - quella digitale, ambientale e demografica - e si prosegue con un approccio microeconomico a livello di settore e di titolo. Questo permette di valutare da un lato se l'azienda integra le evoluzioni del suo ecosistema e dall'altro di misurare la sua capacità di adattarsi rapidamente al nuovo contesto attraverso la strategia messa in atto. L'analisi bottom-up dei criteri ESG si basa su indicatori quantitativi attraverso l'uso di un algoritmo proprietario. Il rating quantitativo porta a una valutazione Esg che si concretizza in un giudizio sintetico: positivo, moderato e negativo. L'analista valuta poi su quali elementi finanziari impattano questi elementi, permettendo di capire come l'analisi di questi elementi Esg sarà incorporata nella decisione di investimento complessiva in quel titolo.

Il medesimo approccio metodologico, oltre che relativamente alle singole società, dall'ottobre 2022 è stato implementato anche lato reddito fisso per gli emittenti governativi su un universo di 58 Paesi, di cui 31 classificati come sviluppati e 27 come emergenti. In questo caso, la nuova metodologia consente di coprire un ambito geografico più ampio rispetto al passato e mira a cogliere gli impatti potenziali dei fattori ambientali, sociali e politici sul clima economico di un Paese. Anche per ciascun emittente governativo il rating Esg è determinato dalla somma dei punteggi delle tre componenti: ambiente, sociale e governance.

com/cos


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January 30, 2023 08:59 ET (13:59 GMT)