E' quanto ipotizza Via Nazionale nello scenario di base - che esclude una sospensione delle forniture di materie prime energetiche dalla Russia - contenuto nelle stime macroeconomiche per il triennio 2022-2024.

In questo contesto l'inflazione è vista quest'anno a 6,2%, dal 3,5% di gennaio, 2,7% il prossimo anno (da 1,6%) e 2% nel 2024 (da 1,7%).

Lo scenario prevede che le tensioni legate alla guerra - che si ipotizza resti confinata ai territori attualmente coinvolti - si protraggano per tutto l'anno continuando a sostenere i prezzi delle materie prime, mantenendo elevata l'incertezza e rallentando il commercio internazionale.

Per il 2023 Bankitalia vede la crescita scendere a 1,6% da 2,5% ipotizzato in gennaio e per il 2024 la stima è di 1,8% dal precedente 1,7%.

"Un sostegno considerevole [...] proviene dalla politica di bilancio e dagli interventi delineati nel Pnrr", ricorda l'istituto centrale valutando che le misure di aiuto a imprese e famiglie contro il balzo dei beni energetici, quelle introdotte negli anni scorsi e gli interventi del Pnrr possano innalzare il livello del Pil complessivamente di oltre 3,5 punti percentuali nell'arco del triennio.

Nelle stesse proiezioni però Via Nazionale presenta anche uno scenario avverso che prevede un blocco delle forniture di input energetici dalla Russia a partire dal trimestre estivo, solo parzialmente compensato mediante altre fonti.

In questo ultimo caso, il Pil aumenterebbe in misura pressoché nulla in media d'anno nel 2022, si ridurrebbe di oltre un punto percentuale nel 2023 e tornerebbe a crescere nel 2024.

L'inflazione subirebbe un netto aumento nel 2022, avvicinandosi all'8,0%, e rimarrebbe elevata anche nel 2023, al 5,5% per cento, per scendere decisamente solo nel 2024.

Bankitalia precisa che le proiezioni sono basate sulle informazioni disponibili al 18 maggio per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 24 maggio per i dati congiunturali.

(Sara Rossi, editing Alessia Pé)