Il rialzo dei tassi in Australia, più contenuto del previsto, ha alimentato la voce che la stretta monetaria globale rallenterà con l'inversione delle prospettive di crescita.

Per alcuni, il dibattito è prematuro: è improbabile che la Federal Reserve degli Stati Uniti allenti i freni fino a quando l'inflazione non mostrerà chiari segni di rallentamento.

Le banche centrali delle 10 grandi economie sviluppate hanno aumentato i tassi di un totale di 2.040 punti base (bps) in questo ciclo fino ad oggi, con il Giappone come "colomba" restante.

Ecco una panoramica della posizione dei responsabili politici nella corsa al contenimento dell'inflazione, da falco a dovish.

1) STATI UNITI

La Federal Reserve ha alzato i tassi di 75 punti base il 21 settembre, facendo salire l'indice del dollaro ai massimi di due decenni. Lael Brainard, Vice Presidente della Fed, ha dichiarato il 30 settembre che ci vorrà del tempo prima che le condizioni finanziarie più restrittive agiscano sull'economia e riducano le pressioni sui prezzi; fino ad allora, si prevede che la politica restrittiva rimarrà in vigore.

Le proiezioni della Fed indicano un aumento del tasso di policy al 4,4% entro la fine dell'anno, prima di raggiungere il picco del 4,6% nel 2023. I tagli dei tassi non sono previsti prima del 2024.

2) CANADA

I mercati monetari scommettono che la Banca del Canada aumenterà il suo tasso politico di 50 punti base ad ottobre, portandolo al 3,75%. La BoC farà tutto il necessario per riportare l'aumento dei prezzi all'obiettivo, ha dichiarato un funzionario della BoC il mese scorso.

Il 7 settembre, la BoC ha aumentato il suo tasso di riferimento al 3,25%, il livello più alto degli ultimi 14 anni. Il Canada è stato il primo tra le economie avanzate del mondo nell'attuale ciclo di restringimento delle politiche a fornire un tasso di 100 bps.

3) NUOVA ZELANDA

La Reserve Bank of New Zealand mercoledì ha effettuato l'ottavo rialzo consecutivo - e il quinto consecutivo di 50 bps - per portare i tassi al 3,5%, il livello più alto degli ultimi sette anni.

La RBNZ ha persino discusso una mossa più ampia di 75 bps, data l'intensa pressione sui prezzi, per ricordare ai mercati che le banche centrali rimangono molto orientate al rialzo.

4) BRETAGNA

La Banca d'Inghilterra ha aumentato i tassi d'interesse di 50 punti base il mese scorso e ha previsto un picco d'inflazione appena sotto l'11%, in calo rispetto alla precedente previsione del 13,3%.

Ma la prospettiva di un'inflazione radicata a due cifre e la necessità per la BoE di inasprire la politica monetaria hanno indotto gli investitori ad aumentare le aspettative di rialzo dei tassi. L'annuncio del nuovo Governo britannico, il mese scorso, di ulteriori tagli fiscali finanziati attraverso l'indebitamento, ha alzato ulteriormente queste aspettative - i mercati stanno valutando un forte rialzo di 100 punti base a novembre.

5) NORVEGIA

La Norvegia, la prima grande economia sviluppata a dare il via a un ciclo di rialzo dei tassi l'anno scorso, il 22 settembre ha aumentato il suo tasso di riferimento di 50 punti base, portandolo al 2,25%. La banca centrale ha dichiarato che i futuri rialzi saranno più "graduali", indebolendo la valuta della corona.

6) AUSTRALIA

La Reserve Bank of Australia ha effettuato un rialzo dei tassi di 25 bps, inferiore alle attese, mercoledì, affermando di aver aumentato i tassi in modo sostanziale, ma che sarebbe stato necessario un ulteriore inasprimento. Gli investitori hanno reagito vendendo il dollaro australiano.

La RBA ha realizzato 250 bps di rialzi, aumentando i tassi ogni mese da maggio e spingendo il suo tasso chiave ad un massimo di sette anni del 2,60%.

7) SVEZIA

Il 22 settembre, la Svezia ha aumentato i tassi di un punto percentuale, più del previsto, portandoli all'1,75%, e ha avvertito che ne verranno altri nei prossimi sei mesi, per far fronte all'impennata dell'inflazione.

L'aumento dei tassi è stato il più grande da quando è stato adottato l'obiettivo di inflazione nel 1993, eguagliando l'aumento di un intero punto percentuale del novembre 1992, durante la crisi finanziaria interna della Svezia, quando il tasso principale raggiunse il 500% per un breve periodo.

8) ZONA EURO

La BCE è arrivata tardi al gioco delle escursioni, ma sta recuperando rapidamente.

A settembre, la banca centrale della zona euro ha aumentato i tassi di un livello record dello 0,75%, portando il tasso di deposito allo 0,75% e il tasso di rifinanziamento principale all'1,25%, i livelli più alti dal 2011.

La BCE ha detto che stava "anticipando" la politica per contenere l'inflazione e ha lasciato intendere che i rialzi dei tassi potrebbero continuare fino all'inizio del 2023, anche se il blocco si sta preparando alla recessione.

I mercati monetari ora prezzano circa 70 bps di rialzo sia in ottobre che in dicembre. Vedono i tassi raggiungere un picco di oltre il 2,8% a metà del 2023, rispetto al 2,2% precedente alla riunione.

9) SVIZZERA

La Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha aumentato il mese scorso il suo tasso di riferimento di altri 75 punti base, portandolo allo 0,5% da meno 0,25%, ponendo fine all'esperimento dei tassi negativi in Europa.

La banca ha anche alzato le previsioni di inflazione per il 2022 e il 2023, rispettivamente al 3% e al 2,4%, aggiungendo di non poter escludere che saranno necessari ulteriori aumenti dei tassi per controllare l'inflazione.

10) GIAPPONE

La Banca del Giappone è l'unica colomba politica rimasta, ha mantenuto i suoi tassi di interesse ultra bassi e la sua guida politica.

Il mese scorso ha rassicurato i mercati che continuerà a nuotare contro la marea globale di inasprimento della politica monetaria. Ma le autorità giapponesi sono anche intervenute per sostenere lo yen debole, che è stato danneggiato dalla divergenza politica tra Giappone e Stati Uniti.