La tendenza delle banche centrali a ridurre le riserve di dollari ha subito una pausa, ma l'euro ha perso terreno e anche lo yuan ha sofferto, secondo un'analisi di ING.

PERCHÉ È IMPORTANTE

I mercati e i responsabili politici seguono da vicino la posizione del dollaro americano, la cui egemonia come valuta di scelta per le riserve, il commercio e le transazioni internazionali è stata messa in discussione negli ultimi anni a causa dei cambiamenti geopolitici.

Il dibattito ha guadagnato slancio sulla scia dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, che ha innescato una serie di sanzioni, molte delle quali mirate a separare la Russia dai mercati finanziari globali, dominati dalla valuta statunitense.

IN NUMERI

I dati recentemente rilasciati dal FMI sulla composizione valutaria delle riserve ufficiali in valuta estera (COFER) non hanno mostrato grandi cambiamenti nella struttura valutaria delle riserve allocate, ha detto ING.

Trattando l'intero set di dati storici come se i tassi di cambio globali fossero fissi ai livelli di fine 2023, la quota del dollaro nelle riserve assegnate è aumentata di 0,2 punti percentuali, raggiungendo il 58,4% l'anno scorso - un aumento modesto ma il primo annuale dal 2015, ha detto ING. Le riserve in dollari hanno guadagnato 227 miliardi di dollari in termini fisici.

L'euro è il maggior perdente: la sua quota è scesa al 20,0%, ovvero di 0,9 punti percentuali rispetto al 2022. La sterlina ha subito un destino simile. Lo yuan cinese, che è emerso come valuta di riserva solo di recente, ha perso quota nel 2022-23 dopo aver guadagnato nei sei anni precedenti, anche se ciò è stato parzialmente spiegato dal fatto che la Russia è stata costretta a spendere parte delle sue partecipazioni in yuan per finanziare il deficit di bilancio. Prima del 2022, la Russia rappresentava circa un terzo delle riserve internazionali globali di renminbi.

Il maggior vincitore è stato lo yen del Giappone, che ha aggiunto 0,6 punti percentuali al 5,7%.

CITAZIONI CHIAVE

"Sebbene sia troppo presto per fare delle affermazioni forti sulla fine del trend di de-dollarizzazione, sarebbe sicuro ipotizzare una pausa nel 2023", ha dichiarato Dmitry Dolgin, Chief Economist di ING, CIS. (Relazione di Karin Strohecker, a cura di Mark Potter)