Parlando al Bloomberg Italy Capital Markets Forum, l'accademico Francesco Giavazzi ha detto che l'incertezza sui tempi deriva dagli ostacoli antitrust che il progetto deve affrontare.

Tuttavia, alla domanda se alla fine l'Italia avrà una rete unica, ha detto "Sì, è l'obiettivo del governo, succederà".

Parlando allo stesso evento, l'amministratore delegato del prestatore statale italiano CDP Dario Scannapieco si è schierato con Giavazzi, dicendo che duplicare gli investimenti nella rete di telecomunicazioni non ha senso.

CDP possiede una quota di quasi il 10% in Telecom Italia (TIM) e il 60% in Open Fiber, che finora è stata considerata la rivale a banda larga di TIM.

Il precedente governo italiano aveva spinto per una fusione tra le attività di rete fissa di Telecom Italia e Open Fiber per creare un'unica azienda a banda larga. Questo piano, però, è stato ostacolato da molti ostacoli tra cui questioni antitrust.

Il nuovo primo ministro Mario Draghi ha messo l'infrastruttura digitale al centro della sua agenda ma il governo non ha chiarito finora se intende realizzare il progetto di rete unificata e a quali condizioni.

Telecom Italia ha detto all'inizio del mese che avrebbe iniziato colloqui formali con KKR per valutare la potenziale offerta del fondo americano di 10,8 miliardi di euro per TIM, il più grande gruppo telefonico italiano. TIM ha aggiunto che continuerà ad esplorare un tie-up con Open Fiber.

Alla domanda se ci potrebbero essere sviluppi nei prossimi due mesi su Telecom Italia, Scannapieco ha rifiutato di commentare.