ROMA (MF-DJ)--Un intervento sulla rivalutazione delle pensioni per ridurre in corso d'opera quella degli assegni relativamente più alti dovrebbe trovare spazio nella legge di bilancio che oggi pomeriggio il Consiglio dei ministri dovrà approvare.

Oltre ad un inasprimento del prelievo sul settore dei giochi e su quello dei tabacchi, quindi, si sta pensando di ricavare per questa via fondi aggiuntivi da destinare a Quota 103, il nuovo canale di uscita (temporaneo) riservato ai lavoratori che hanno 62 anni di età e 41 di contributi, alla proroga di Opzione Donna e a quella dell'Ape sociale.

Come ribadito più volte dal ministro Giorgetti, le voci di spesa (o di minore entrata) che vanno al di là del contrasto al caro-bollette devono trovare finanziamento all'interno degli stessi capitoli. La revisione del reddito di cittadinanza farà la sua parte, ma il pacchetto previdenza nel suo insieme supera nell'immediato i ricavi attesi da questa mossa.

Di qui l'idea di riconsiderare una misura già in passato adottata da vari esecutivi, in modo più o meno drastico (l'azzeramento totale della rivalutazione oltre la soglia di tre volte il minimo Inps decisa nel 2011 fu poi bocciata dalla Corte costituzionale). Stavolta si ragiona su una sforbiciata per i trattamenti che superano le quattro volte il minimo (circa 2.100 euro lordi mensili) o le cinque (circa 2.600).

Attualmente la quota di pensione che supera questi limiti viene adeguata rispettivamente per il 90 e per il 75%. La percentuale potrebbe scendere verso il 50%. Di maggiore impatto sarebbe il ritorno al sistema in vigore fino a due anni fa che interveniva, limitandola, sulla rivalutazione non solo degli scaglioni più alti, ma dell'intero reddito pensionistico.

Come già indicato dallo stesso esecutivo, il passaggio a Quota 103 dovrebbe essere solo provvisorio ed intermedio rispetto ad un'effettiva riforma della previdenza, che suppone il confronto con le parti sociali e in generale tempi più lunghi di quelli della manovra. Il superamento dell'assetto definito dalla legge Fornero del 2011 potrebbe avere come punto di approdo una quota 41 pura (quindi l'uscita con questo requisito contributivo e senza vincoli di età) oppure una formula flessibile che permette di uscire sulla base anticipatamente sulla base di una qualche penalizzazione, basata ad esempio sul sistema contributivo. Due strade non in contraddizione tra loro.

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2110:24 nov 2022


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