MILANO (MF-NW)--Mobilità elettrica e mobilità sostenibile non sono sinonimi. Almeno per ora. E non è una mera questione semantica, perché fra i due termini c'è di mezzo la produzione di un'impronta carbonica non indifferente e, soprattutto, misurabile: le auto full electric immatricolate oggi in Europa, infatti, emettono in media 75 grammi di anidride carbonica equivalente per chilometro sul loro intero ciclo di vita.

Si tratta del 69% circa in meno rispetto ai modelli dotati di motori endotermici, ma sempre di emissioni si tratta. Ciò che conta, si legge su L'Economia del Corriere della Sera, è allargare il punto di vista, per concentrarsi sull'intero ciclo di vita di un veicolo - il life cycle assessment (Lca) - vale a dire l'entropia generata dall'estrazione delle materie prime per produrlo fino alla sua rottamazione. A are la differenza, ovviamente, è anche la fonte da cui si ricava l'elettricità che alimenta l'auto green. In Italia, a oggi, soltanto il 44% proviene da fonti rinnovabili.

Un bel problema, che sta interrogando direttamente i principali produttori di auto elettriche, ma anche l'industria delle batterie: è probabile infatti che chi riuscirà per primo ad abbattere la carbon footprint globale dei propri veicoli sarà premiato da un mercato sempre più sensibile ai temi della sostenibilità e dell'economia circolare.

La conquista di un vantaggio competitivo a cui, ad esempio, sta lavorando con il progetto '0', Polestar, la casa automobilistica svedese controllata da Volvo Cars (a sua volta parte dal 2010 del gruppo cinese Geely).

"Puntiamo a creare un'auto davvero a impatto climatico zero entro il 2030 - spiega Alexander Lutz, da maggio 2022 alla guida di Polestar Italia -. Non parliamo solo di un miglioramento dell'efficienza su strada attraverso un allungamento incrementale dell'autonomia dei veicoli, ma di una svolta radicale che dovrà coinvolgere l'intera catena del valore dell'industria automotive, dal progetto al fine vita, passando per tutte le fasi produttive e di assemblaggio dei componenti. E' il nostro 'lancio sulla luna': un'auto di serie a impatto climatico zero entro il 2030. Molti la considerano un'impresa impossibile. Noi non siamo d'accordo. Intendiamo davvero realizzarla".

La sfida è anzitutto industriale, almeno nei primi step, e chiama in causa le cosiddette emissioni di terzo livello (o Scope 3), cioè tutte le emissioni indirette prodotte nella catena del valore di un'azienda come risultato delle sue attività. Ci sono 15 fattori di emissione, tra cui beni e servizi acquistati, viaggi di lavoro, spostamenti dei dipendenti, smaltimento dei rifiuti, trasporto, distribuzione e investimenti. "Per queste aree della catena di approvvigionamento non esistono ancora soluzioni attuali o di ingegneria avanzata - prosegue Lutz -. Ed è per questo che da oggi al 2025 la nostra ricerca si concentrerà sull'identificazione attiva e sull'avvio di collaborazioni con partner che possano aiutarci a innovare queste soluzioni".

La seconda parte del progetto 'Polestar 0' avrà invece come orizzonte temporale il biennio 2025-27: "in questa fase ci concentreremo sulla costruzione e sull'esecuzione di linee pilota e sulla convalida di concetti per i materiali, le funzioni e la catena di fornitura. Prenderà così vita l'architettura del primo veicolo veramente a zero emissioni: l'ambizione finale del progetto è il lancio di un prodotto commerciale globale", dice il numero uno di Polestar Italia. Il che porterà al vero è proprio sviluppo del prodotto, fra il 2027 e il 2030: "la fase finale prevede infatti la progettazione e la costruzione di nuovi siti produttivi ad hoc, oltre alla finalizzazione di una catena di fornitura completa per la produzione in grandi volumi. All'inizio dell'estate del 2030, il progetto 'Polestar 0' raggiungerà il suo obiettivo con l'avvio della produzione" confida il manager, il quale tuttavia tiene a collocare il progetto in una prospettiva più ampia.

Una visione portatrice di un messaggio capace di trascendere la creazione del mero prodotto automobilistico, abilitando modelli organizzativi e cooperativi inediti, ma alla portata di tutti i soggetti che compongono la catena del valore industriale: "in una prospettiva più ampia, il progetto 'Polestar 0' dovrebbe essere considerato come un catalizzatore di cambiamenti - spiega Lutz -. Ogni nuovo partner che si unirà a noi contribuirà alla creazione di un'auto innovativa, ma le competenze, le intuizioni e le soluzioni che i partner raccoglieranno durante il nostro viaggio comune avranno una risonanza potenzialmente immensa in tutte le loro attività commerciali e, più in generale, nella società del futuro".

cos


(END) Dow Jones Newswires

November 06, 2023 04:20 ET (09:20 GMT)