ROMA (Reuters) - La terza giornata di votazioni per l'elezione del presidente della Repubblica vedrà i partiti scontrarsi nel tentativo di trovare un candidato condiviso e quasi certamente non porterà ad una nomina.

La corsa per il Quirinale è ancora molto aperta e nessuno dei due schieramenti ha i voti necessari per imporre un proprio candidato, rendendo inevitabile un qualche tipo di compromesso.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi è ancora tra i papabili, ma pesano i timori che la sua elezione al Colle possa portare alla caduta del governo e ad elezioni anticipate.

"Ci sarebbero settimane di confusione se Draghi lasciasse Palazzo Chigi [...] sarebbe un problema nel mezzo di una crisi sanitaria, una crisi energetica, una crisi economica", ha detto ieri il leader della Lega Matteo Salvini.

Tra i principali leader di partito, il solo ad aver appoggiato apertamente la candidatura di Draghi alla presidenza della Repubblica è stato il segretario del Pd Enrico Letta.

Il terzo scrutinio ha avuto inizio questa mattina alle 11,00. La maggioranza dei grandi elettori ha votato scheda bianca nel corso delle prime due votazioni, in modo da prendere tempo per ulteriori trattative.

Ci si attende che anche oggi la maggioranza non esprima una preferenza.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Claudia Cristoferi, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)