ZURIGO (awp/ats) - Gli analisti prendono atto con favore del rallentamento del rincaro in Svizzera, sceso al 2,6% in aprile, dopo il 2,9% di marzo e il +3,4% di febbraio.

Per Karsten Junius, capo economista della banca J. Safra Sarasin, i dati sull'inflazione di aprile sono stati "piacevolmente bassi": è probabile che abbiano sorpreso positivamente anche la Banca nazionale svizzera (BNS).

Anche presso UBS non si nasconde la soddisfazione. "L'allentamento dei problemi delle catene di approvvigionamento e il calo dei prezzi del petrolio negli ultimi trimestri si riflettono ora, finalmente, sul rincaro", commenta l'esperto Alessandro Bee. A suo avviso è tuttavia probabile che la BNS si concentri maggiormente sull'inflazione di fondo, che esclude i beni volatili come cibo, energia e carburante. Il tasso in questione è rimasto invariato al 2,2%, ancora lontano dall'obiettivo della banca centrale, che è avere un aumento dei prezzi inferiore al 2%, gli fa eco Thomas Gitzel di VP Bank.

Alexander Koch di Raiffeisen Svizzera si aspetta un ulteriore calo della crescita dei prezzi al consumo nei prossimi mesi, fra l'altro grazie al franco forte. Questo dovrebbe limitare ulteriormente la necessità di interventi da parte della BNS.

Maxime Botteron di Credit Suisse prevede però verso fine anno una progressione degli affitti, a causa dell'aumento del tasso di interesse di riferimento, per cui il rallentamento dell'inflazione sarà probabilmente solo temporaneo. Questo dovrebbe portare a ulteriori aumenti del tasso guida BNS, al di sopra del 2%, entro settembre. Anche Anastassios Frangulidis di Pictet & Cie si aspetta che l'istituto guidato da Thomas Jordan continui il suo ciclo di rialzi dei tassi.

Nei corridoi della BNS non c'è motivo di essere nervosi, ma nemmeno di sedersi e rilassarsi, sintetizza Gitzel. La Banca nazionale cercherà a suo avviso di muoversi su un terreno di politica monetaria restrittiva, con tassi guida superiori all'inflazione.