ROMA (MF-NW)--Il tema della sostenibilità ambientale è una sfida

globale che richiede una forte e intensa collaborazione e cooperazione

internazionale. Bankitalia è pronta a fare la sua parte. Ma in questa fase di transizione le banche devono dare il loro contributo: finanziando progetti per lo sviluppo di energie rinnovibili e preparandosi a gestire i rischi climatici e ambientali. E' quanto sottolineato dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, durante la presentazione del rapporto "L'Italia e gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile" realizzato dall'ASviS.

RUOLO BANCHE

"Il sistema bancario e finanziario può e deve dare un contributo convogliando consistenti flussi di risparmio privato verso il finanziamento dei progetti di investimento in energie rinnovabili, in

efficienza energetica e per la riduzione delle emissioni carboniche", ha affermato Visco. E' importante che il sistema "sia pronto fin da subito alla gestione dei rischi climatici e ambientali. In primo luogo, perchè gli operatori finanziari devono valutare l'entità attuale e prospettica dei rischi a cui sono esposti e allestire presidi per 4 limitarne gli impatti sulle proprie attivitá. In secondo luogo, perchè tali rischi vanno presi in considerazione nelle decisioni di allocazione degli impieghi - nell'erogazione del credito come nell'acquisto di titoli - e nelle modalitá con cui se ne dá conto al mercato e agli stakeholder", ha continuato. In una prospettiva piú lunga, "gli intermediari dovrebbero integrare i diversi aspetti della transizione nelle proprie strategie aziendali, per trarre profitto dalle opportunitá di mercato che questa trasformazione potrá portare con sè".

SU RISCHI CLIMATICI ANCORA INDIETRO

Il governatore ha poi messo in evidenza che "a fronte di una diffusa e crescente consapevolezza dell'importanza della sostenibilitá ambientale per i modelli di business, va riconosciuto il significativo avanzamento che il sistema finanziario italiano ha fatto negli ultimi anni in termini sia di prime azioni concrete per ridefinirli, sia per accrescere la trasparenza nei confronti delle autoritá di supervisione di banche e mercato". Nonostante questi progressi, però, "gli operatori del sistema italiano (analogamente a quanto accade in altri paesi) registrano difficoltá a integrare pienamente le tematiche climatiche e ambientali all'interno delle proprie strategie aziendali, ancora poco allineate alle

aspettative di vigilanza emanate dalla Banca d'Italia nell'aprile 2022". Molte delle iniziative su questi temi da parte dei soggetti vigilati "sono in cantiere o in una fase di sviluppo ancora preliminare. I progressi dell'integrazione del rischio climatico nelle operazioni di credito, e quindi nella determinazione dei tassi da applicare ai prestiti, nelle attivitá di gestione e nell'allocazione del capitale sono limitati", ha spiegato Visco spiegando che "va accresciuta la trasparenza sia sulle strategie perseguite, sia sull'esposizione dei portafogli ai rischi fisici e di transizione, e vanno ampliate le coperture assicurative (su rischi climatici e catastrofali) da parte delle imprese affidate".

BANCHE CENTRALI TENGANO CONTO DEI RISCHI CLIMATICI

Anche se sono i governi ad avere gli strumenti "più efficaci per contrastare e gestire le questioni climatiche e ambientali, il tema è rilevante anche per le banche centrali, soprattutto per quelle che, come la Banca d'Italia, hanno responsabilità di vigilanza sul sistema bancario", ha spiegato il numero uno di palazzo Koch sottolineando che "tra i potenziali fattori di rischio per gli intermediari finanziari di cui devono tenere conto le autorità di vigilanza non possono non essere compresi quelli connessi con il clima e l'ambiente".

RIDURRE IMPRONTA CARBONICA E SPINGERE SU RINNOVABILI

Il governatore ha insistito sulla necessità di ridurre "con decisione l'impronta carbonica del nostro mix energetico, aumentando l'efficienza energetica ed esplorando, per i settori dove è piú complesso ridurre l'uso dei combustibili fossili, tutte le opzioni tecnologiche disponibili". Secondo Visco "va intensificata la penetrazione dell'energia rinnovabile negli usi finali grazie a investimenti diffusi che non possono non richiedere un ruolo attivo, oltre che del settore pubblico, della finanza privata".

SFIDA GLOBALE, SERVE INTENSA COOPERAZIONE

"Il tema della sostenibilitá ambientale è una sfida globale che richiede una forte e intensa collaborazione e cooperazione internazionale", ha sottolineato Visco ricordando che "ogni paese sarà chiamato a fare la sua parte per assicurare il benessere delle generazioni future, ma nessuno potrà da solo conseguire gli obiettivi che è necessario raggiungere. All'interno di ciascun paese, tutti gli attori principali dovranno dare il loro contributo: cittadini, imprese e istituzioni. Come banca centrale siamo pronti a continuare a dare, nelle forme coerenti con il nostro ruolo e il nostro mandato, un contributo utile e attivo". Si tratta "certamente di un obiettivo ambizioso, ma non impossibile da raggiungere", ha concluso.

ASVIS, IN ITALIA ARRETRA LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Secondo il rapporto dell'Asvis, l'Italia è lontana dagli obiettivi di sostebibilità previsti dell'Agenda 2030 dell'Onu e in molti casi se ne allontana. Solo un deciso e rapido cambio delle politiche pubbliche consentirebbe di recuperare il terreno perduto, ridurre le povertà e le disuguaglianze, migliorare la qualità dell'ambiente e accompagnare le imprese per cogliere i vantaggi della transizione ecologica e digitale. A metà del percorso verso l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l'Italia mostra forti ritardi e rischia di non rispettare gli impegni assunti nel 2015 in sede Onu. Per quanto riguarda la dimensione sociale tra il 2015 al 2021, la quota di famiglie in condizione di povertà assoluta è salita dal 6,1% al 7,5% e riguarda quasi 2 milioni di famiglie, dove vivono 1,4 milioni di minori. Continua ad allargarsi la disuguaglianza tra ricchi e poveri; la spesa pubblica per sanità e istruzione dell'Italia è nettamente inferiore a quella media

europea. L'abbandono scolastico è pari all'11,5% (36,5% tra gli stranieri) e la disoccupazione giovanile è al 23,7%; inoltre, 1,7 milioni di giovani non studiano e non lavorano. Per la dimensione ambientale l'Italia registra il 42% di perdite dai sistemi idrici; solo il 21,7% delle aree terrestri e solo l'11,2% di quelle marine sono protette; lo stato ecologico delle acque superficiali è 'buono' o 'superiore' solo per il 43% dei fiumi e dei laghi; il degrado del suolo interessa il 17% del

territorio nazionale; le energie rinnovabili rappresentano solo il 19,2% del totale, quota che non consente di intraprendere il processo di netta riduzione delle emissioni su cui il Paese si è impegnato a livello Ue. Nell'ambito della dimensione economica dopo la ripresa del biennio 2021-2022 seguita alla pandemia, l'Italia presenta ancora alcuni dei segnali di crescita debole che hanno caratterizzato il decennio precedente; l'occupazione cresce, ma resta forte la componente di lavoro irregolare (3 milioni di unità); passi avanti sono stati compiuti per l'economia circolare (il consumo materiale pro-capite si è ridotto del 33% in dieci anni) ed è cresciuto il tasso di innovazione (+21% tra il 2010 e il 2018), ma molte imprese mostrano resistenze ad investire nella trasformazione digitale ed ecologica.

vs

valeria.santoro@mfnewswires.it

fine

MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

1915:05 ott 2023


(END) Dow Jones Newswires

October 19, 2023 09:06 ET (13:06 GMT)