ROMA (MF-DJ)--Confesercenti e Confcommercio tornano a chiedere un intervento forte sul caro bollette che, secondo la prima, può mettere a rischio 90.000 imprese, e, come avverte la seconda, potrà provocare "un'impennata dei listini in bar e ristoranti".

"Il caro bollette sta diventando una variabile incontrollabile per tantissime imprese, un virus che distrugge bilanci e redditivitá. E questo nonostante gli interventi di sostegno fin qui adottati dal governo, che scadranno fra settembre e ottobre. In autunno si rischia il collasso. Le bollette riducono inoltre drasticamente i budget famigliari con un conseguente crollo dei consumi", afferma la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise.

Per le imprese, stima Confesercenti, è impossibile gestire aumenti di costi così rilevanti, cui si aggiungono anche quelli delle materie prime

alimentari, traslando sui prezzi di vendita gli interi importi. Il rischio è che il 10% delle imprese esca dal mercato, ovvero circa 90.000 imprese per un totale di 250.000 posti di lavoro.

Confesercenti spiega che se nel 2020 e 2021 un bar spendeva in media

6.700 euro per le bollette di luce e gas, nei prossimi dodici mesi,

ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, lo stesso bar

spenderá 14.740 euro, con un aumento del 120% e un'incidenza sui ricavi

aziendali che passa dal 4,9% al 10,7%.

Secondo le stime di Confesercenti, elaborate su dati Innova, Unioncamere e Agenzia Entrate, un albergo medio vedrá lievitare la spesa per la bolletta energetica da 45.000 euro a 108.000 euro (+140% con un'incidenza di oltre 25 punti percentuali sui ricavi), un esercizio di vicinato passerá da 1.900 euro a 3.420 euro (+80%) e un ristorante da 13.500 a 29.700 euro (+120%).

"Occorre intervenire in maniera urgente e decisa per evitare il

collasso", sottolinea De Luise, aggiungendo che "è necessario in prima

istanza estendere anche alle piccole imprese il credito d'imposta per

l'energia elettrica (imprese con potenza inferiore ai 16,5 kwh), aumentare le percentuali di credito d'imposta almeno fino al doppio (da 15 a 30 e da 25 a 50 per il gas) e prorogare gli interventi almeno fino al 31 dicembre 2022. Al tempo stesso, bisogna mettere in campo interventi paralleli piú significativi, di medio periodo ma realizzabili in tempi relativamente brevi, per la diversificazione delle fonti e favorire con un bonus al 110% gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita".

"Senza un intervento immediato che faccia da argine all'incremento esponenziale dei costi delle bollette per luce e gas che si è registrato nelle ultime settimane, presto i consumatori si troveranno a fare i conti anche con l'impennata dei listini in bar e ristoranti", sostiene Fipe-Confcommercio, la federazione dei pubblici esercizi, secondo cui "bisogna correre ai ripari estendendo immediatamente il credito di imposta anche alle imprese non energivore e non gasivore, per coprire gli aumenti che si stanno registrando nelle ultime bollette e che sembrano destinati a crescere ulteriormente nei prossimi mesi".

Il credito di imposta, sottolinea Fipe-Confcommercio, "dovrá però essere ben superiore al 15% per l'energia elettrica e al 25% per il gas previsto per il secondo trimestre 2022, dal momento che le imprese si trovano a fronteggiare aumenti ben piú consistenti. In piú, dovrá essere concessa la possibilitá di rateizzare le bollette monstre ben sapendo che il credito d'imposta è successivo al pagamento e anche se piú 'generoso' non potrá mai compensare interamente l'extra costo".

Secondo un'analisi dell'ufficio studi Fipe, a luglio i prezzi dei

servizi della ristorazione sono cresciuti del 4,9% rispetto allo stesso

periodo del 2021, a fronte di una crescita media nei Paesi dell'Unione

europea del 7,8%, con incrementi del 9,2% in Austria, dell'8% in Olanda e

del 7,7% in Germania. Per contro, la ristorazione italiana deve fare i

conti con bollette triplicate nel giro di un anno.

Una pasticceria del centro di Firenze, ad esempio, che a luglio 2021 ha

speso 2.307 euro per 9.383 kwh di consumi di energia elettrica, a luglio

di quest'anno ha speso 10.243 euro per 11.721 kwh con un costo al Kwh che

è salito da 0,16 a 0,69 euro. Analogo discorso per un bar di Roma,

costretto a pagare a luglio 6.946 euro kwh a fronte dei 2.316 euro di un

anno fa per un consumo equivalente di poco piú di 10 mila kwh. In questo

caso il costo del Kwh è passato da 0,14 a 0,52 euro.

Anche Coldiretti mette in guardia sulle conseguenze del caro bollette:

con i rincari d'autunno, sottolinea il report 'L'autunno caldo degli italiani a tavola', sono infatti a rischio alimentare oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano la punta dell'iceberg delle difficoltá in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell'inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari.

Il balzo dell'inflazione spinto dalle quotazioni record del gas, sottolinea Coldiretti, costerá alle famiglie italiane 564 euro in piú solo per la tavola nel 2022, a causa del mix esplosivo dell'aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccitá che aumenta la dipendenza dall'estero e alimenta i rincari. I beni per i quali gli italiani spenderanno complessivamente di piú sono pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo annuale di quasi 115 euro, e precede sul podio carne e salumi che costeranno 98 euro in piú rispetto al 2021 e le verdure (+81 euro). Seguono latte, formaggi e uova con +71 euro e il pesce con +49 euro, davanti a frutta e oli, burro e grassi.

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August 23, 2022 12:00 ET (16:00 GMT)