MILANO (MF-DJ)--A distanza di una settimana Andrea Enria, presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce, risponde alle critiche di alcuni banchieri contenute in una lettera firmata anche dall'ex banchiere centrale Lorenzo Bini Smaghi, riguardo a una presunta 'ingerenza' della Vigilanza nella governance degli istituti di credito.

"La governance è un fattore chiave per una banca laddove una banca fallisce ci sono fattori diversi ma c'è sempre un fallimento della governance ed è sbagliato rappresentare la nostra azione sulla governance come se volessimo prendere il volante dalle mani del management e guidare l'auto noi. Noi non abbiano nostre persone che siedono nei cda, noi mettiamo alla prova la governance e per verificare l'efficacia dell'azione dei board non possiamo basarci sui documenti, abbiamo bisogno di osservare cosa accade attorno al tavolo del cda chiedendo alle banche di invitarci alle loro riunioni, è qualcosa che aggiunge valore".

Per Enria, l'azione della Vigilanza della Bce, inoltre, è in linea con i criteri stabiliti dalle regole di Basilea sulla corporate governance: "Posso dire che restiamo dentro i nostri limiti, non eccessivamente invadenti e onestamente penso che ci sia del valore anche per le banche".

In generale i banchieri cominciano a manifestare apertamente il loro disappunto nei confronti del comportamento invasivo della supervisione della Banca centrale europea, guidata da Andrea Enria. Gli 'sceriffi' inviati dalla Bce, secondo i manager delle grandi banche del continente, richiedono dati complessi e onerosi da recuperare, mettono paletti sempre piú stringenti sulla corresponsione di bonus e dividendi e hanno facoltá tali da diventare quasi protagonisti nella gestione della banca.

Secondo quanto riportato da Bloomberg che ha potuto visionare il documento, Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Societè Generale ed ex membro dell'esecutivo della Bce, ha scritto alla stessa banca centrale in ottobre per protestare contro le richieste dei funzionari di essere presenti alle riunioni dei consigli di amministrazione. Questa pratica, si legge nella lettera, limita l'efficacia delle discussioni all'interno del board. "Per quanto ne so, nessun'altra autoritá nelle principali economie avanzate partecipa alle riunioni dei cda e ai comitati nella sua attivitá di supervisione", ha scritto. "Non la Federal Reserve, nè la Banca d'Inghilterra, nè la banca nazionale svizzera, nè la Finma. Alcune autoritá di vigilanza europee hanno adottato tale prassi in passato, apparentemente con scarsi vantaggi e generando serie preoccupazioni da parte dei soggetti vigilati".

I banchieri, dopo anni di sorveglianza stretta, sono convinti di avere fatto, e bene, i compiti a casa, superando indenni la pandemia, rafforzando gli istituti dal punto di vista patrimoniale, riducendo la quota di sofferenze e migliorando la gestione del credito. Il tutto contribuendo a sostenere l'economia anche nella fasi piú critiche del Covid. Nella lettera, indirizzata a Ramon Quintana, direttore generale della Bce, Bini Smaghi richiede un incontro con Enria e i presidenti di altri grandi istituti di credito europei "per uno scambio di opinioni su come garantire una corretta valutazione della governance delle banche".

La Bce sostiene che la presenza del proprio personale in qualitá di osservatori alle riunioni del consiglio è uno degli strumenti utilizzati per valutare le corrette procedure di governance delle banche. Ma molti banchieri ribattono che i watchdog di Francoforte finiscono per adottare a volte metodi da Fbi, con 'interrogatori' separati ai quali devono sottostare singolarmente i funzionari, quasi a voler scoprire eventuali contraddizioni.

cce

MF-DJ NEWS

1018:00 nov 2022


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November 10, 2022 12:01 ET (17:01 GMT)