ROMA (MF-DJ)--La fine dell'anno segnerà un rientro graduale della crisi energetica, anche se il gas si manterrá sui livelli attuali di 100 euro/MWh. Lo ha riferito il presidente dell'Arera (l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), Stefano Besseghini, nel corso di un'audizione presso la commissione Attivitá produttive della Camera.
"Le quotazioni forward dei prodotti energetici prefigurano un rientro
graduale della crisi fra la fine del 2022 e il 2024 ma, presumibilmente, i prezzi del gas naturale sono destinati a mantenersi piú alti della media storica degli ultimi anni", ha detto Besseghini. "Le attuali quotazioni dei prodotti forward del gas naturale, con le dovute cautele derivanti dalla forte volatilitá dei prezzi, si aggireranno intorno a circa 100 euro/MWh fino al termine dell'anno in corso, a circa 65 euro/MWh per il 2023 e a circa 45 euro/MWh per il 2024".
In pratica, a fine anno il gas avrá lo stesso prezzo di oggi e
presumibilmente senza significative variazioni in corso d'anno; nel 2023
tornerá ai livelli di settembre 2021 e nel 2024 si attesterá sui livelli
di agosto scorso.
Quanto al price cap, Besseghini ha rilevato che "se il tema di livello massimo dei prezzi viene posto a livello di Unione europea, in particolare sul gas, siamo in una dimensione di agire corretta, è la domanda che condiziona l'offerta", anche se "intervenire richiede certamente una coesione molto forte; se lo facciamo a livello nazionale, rischi di diversificazione delle rotte sono molto piú marcati".
"E' bene, affrontando temi di fissazione di cap, molto delicati sui mercati, riuscire per quanto possibile a condurre analisi di impatto attendibili", ha avvertito il numero uno di Arera.
"Alla luce delle incertezze derivanti dall'attuale quadro geopolitico,
in cui si sta manifestando la crisi dei prezzi dell'energia in Europa,
caratterizzata da scarsitá attesa dell'offerta di gas naturale - ha
evidenziato il numero uno di Arera - questa Autoritá ritiene che il
costante monitoraggio dei driver e dei comportamenti degli operatori
risulti, in questo periodo, ancor piú necessario per interpretare gli
andamenti dei mercati all'ingrosso e supportare le Istituzioni del Paese
nelle scelte di politica energetica. In particolare, è opportuno disporre
di maggiori elementi per valutare i fattori che hanno inciso sugli
andamenti dei prezzi all'ingrosso", ha precisato.
"L'Autoritá valuta molto positivamente l'iniziativa promossa dal
governo con il decreto-legge adottato nella riunione del Consiglio dei
ministri del 18 marzo 2022, "Misure urgenti per contrastare gli effetti
economici e umanitari della crisi Ucraina", che impone ai titolari dei
contratti di approvvigionamento di volumi di gas per il mercato italiano
di trasmettere a questa Autoritá tali contratti, al fine di meglio
consentire lo svolgimento dell'attivitá di monitoraggio", ha affermato il
presidente dell'Arera, secondo il quale "una migliore comprensione dei
meccanismi di funzionamento dei mercati all'ingrosso, destinati a essere
fortemente influenzati anche dalle recenti scelte degli Stati membri e, in particolare, dell'Italia, di ridurre la dipendenza dal gas russo,
rafforzando le importazioni da altri Paesi terzi, richiede necessariamente una maggior visibilitá sui contratti a lungo termine di
approvvigionamento/importazione del gas naturale".
"I contratti di lungo termine con clausole take or pay prevedevano
storicamente una indicizzazione ai prodotti petroliferi con medie intorno
ai sei/nove mesi precedenti aggiornate su base mensile/trimestrale e
clausole di rinegoziazione con cadenza pluriennale", ha ricordato
Besseghini. "Sulla base delle informazioni disponibili, è verosimile
ipotizzare che una parte rilevante di questi contratti siano stati oggetto di rinegoziazione/rinnovo negli ultimi anni, con la sostituzione
dell'indicizzazione al prezzo del petrolio con quella dei prezzi spot
europei. Tuttavia, una parte dei medesimi contratti potrebbe ancora
prevedere meccanismi di indicizzazione diversi".
gug
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March 22, 2022 13:01 ET (17:01 GMT)