ROMA (MF-DJ)--Il Governo sta lavorando "ad uno scaglionamento degli invii delle cartelle dell'Agenzia di Riscossione e degli atti dell'Agenzia delle Entrate, che li diluisca in un periodo di tempo piu' lungo per alleggerire la pressione sui contribuenti ed evitare l'affollamento degli uffici".

Lo ha annunciato il ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, a un convegno sul fisco, aggiungendo che l'esecutivo sta penssando anche "a una riduzione degli importi di alcuni atti delle Entrate per alcuni soggetti che abbiano subito un calo del fatturato per effetto della pandemia. Stiamo finalizzando il lavoro, consapevoli della scadenza del 1* febbraio", ha aggiunto Gualtieri.

Intanto, si torna a parlare di una rottamazione delle cartelle esattoriali ma Ernesto Maria Ruffini, direttore generale dell'Agenzia delle Entrate, ha spiegato che "tecnicamente tutto è possibile ma sono scelte che non spettano all'Agenzia delle Entrate e neanche all'Agenzia della Riscossione. Sta di fatto che al 31 dicembre 2020 il magazzino complessivo dei crediti affidati dagli enti territoriali all'Agenzia riscossione, dal 2000 al 2020, ormai ha raggiunto i 1.000 mld di crediti non riscossi, accumulati nel corso di 20 anni. E' una anomalia" tutta italiana", ha proseguito Ruffini spiegando che sono soggetti in gran parte non in grado di sostenere le spese perchè nullatenenti o deceduti. "E' un magazzino che fotografa un credito che non sarà mai riscosso ma costringe l'Agenzia della Riscossione comunque a tentare la riscossione per tutti i 1.000 mld" accumulati.

"La scelta di una nuova rottamazione non spetta a noi: si tratta in ogni caso di uno strumento che non incide sulla riduzione del volume del magazzino", ha continuato Ruffini che ha "già portato all'attenzione del Parlamento" il problema di un intervento per valutare se tenere in piedi questo magazzino, che sottrae risorse necessarie per intervenire laddove ci siano crediti esigibili.

In Italia, "la stratificazione di magazzino attuale di 20 anni è un unicum del mondo occidentale e delle moderne democrazie, non esiste un credito temporale così lungo. Normalmente, l'ente riscossione tiene il credito 3-5 anni e poi se viene valutato che le attivita' fattibili non sono in grado di portare alla riscossione il credito, questo viene cancellato ma è una valutazione che deve fare il Parlamento", ha concluso Ruffini.

pev

eva.palumbo@mfdowjones.it

(END) Dow Jones Newswires

January 28, 2021 05:01 ET (10:01 GMT)