ROMA (MF-DJ)--A novembre si stima che il fatturato dell'industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca del 2% rispetto al mese precedente e aumenti del 3,8% nella media del trimestre settembre-novembre rispetto al trimestre luglio-agosto.

Lo rileva l'Istat aggiungendo che corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di novembre 2019), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 4,6%, con cali di ampiezza simile per i due mercati: -4,5% quello interno e -4,9% quello estero.

A novembre, l'indice di fatturato segna una flessione congiunturale, tornando sostanzialmente ai livelli di settembre. Un analogo risultato si registra per i mercati interno e, in misura minore, estero. Sul risultato complessivo ha influito in modo particolare la performance negativa del settore dell'energia. Con riferimento ai principali raggruppamenti di industrie, si rilevano variazioni negative per tutti i settori ad eccezione di quello dei beni intermedi, sia su base mensile, per gli indici destagionalizzati, sia su base annuale, per gli indici corretti per gli effetti di calendario.

La dinamica congiunturale del fatturato riflette un calo del 2,5% per il mercato interno e una flessione dell'1,0% per quello estero. Per gli ordinativi, invece, la diminuzione è sintesi di una contrazione delle commesse provenienti dal mercato interno (-3,8%) e di una crescita di quelle provenienti dall'estero (+2,5%).

Con riferimento agli indici destagionalizzati dei raggruppamenti principali di industrie, a novembre solo i beni intermedi segnano un aumento congiunturale dello 0,8%; i beni strumentali e i beni di consumo registrano un calo di entitá pressochè analoga (-2,5% i primi e -2,6% i secondi); l'energia continua a contrarsi in maniera significativa (-14,2%).

Con riferimento al comparto manufatturiero, le altre industrie manifatturiere e la metallurgia registrano la crescita tendenziale piú rilevante (+4,8% le prime e +4,5% la seconda), mentre l'industria tessile e dell'abbigliamento e il settore della raffinazione del petrolio continuano a segnare le peggiori performance (-21,7% e -39,2% rispettivamente).

Gli ordinativi destagionalizzati registrano a novembre un calo su base mensile e un incremento su base trimestrale; in particolare la riduzione rispetto a ottobre si attesta all'1,3%, mentre l'incremento della media degli ultimi tre mesi rispetto ai tre mesi precedenti è pari al 5,1%. In termini tendenziali l'indice grezzo degli ordinativi aumenta del 5,3%, con risultati positivi su entrambi i mercati (+3,4% quello interno e +7,9% quello estero). La maggiore crescita tendenziale si registra nel settore dei computer e dell'elettronica (+38,5%) e nel comparto dei mezzi di trasporto (+22,6%), mentre i risultati peggiori si rilevano per i macchinari e le attrezzature (-5,3%) e nell'industria industria tessile e dell'abbigliamento (-13,1%).

L'Istat annuncia che a partire dal comunicato stampa riferito a gennaio 2021, diffuso il prossimo 23 marzo, sospende la rilevazione sui nuovi ordinativi e la conseguente diffusione di questa informazione a seguito di una razionalizzazione della produzione statistica e a esigenze di contenere l'onere sui rispondenti. L'Istat rende giá disponibili da molto tempo, e con maggiore anticipo, informazioni sul livello degli ordini e della domanda in occasione della diffusione degli indicatori del clima di fiducia delle imprese manufatturiere. Infine, la produzione dell'indice dei nuovi ordinativi non è piú obbligatoria dal luglio 2012, con l'approvazione del Regolamento della Commissione europea 461/2012.

L'Unione Nazionale Consumatori parla di "un autunno nero. Dati disastrosi. Il Paese, dopo il flebile recupero di ottobre, sprofonda nuovamente. Si fanno sentire pesantemente gli effetti del nuovo lockdown", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Non solo il fatturato risulta inferiore, nei dati destagionalizzati, del 6,6% su gennaio, ultimo mese pre-pandemia, e del 4,6% su febbraio, ultimo mese pre-lockdown, ma la cosa più allarmante è che è inferiore del 2,9% anche rispetto al rimbalzo di agosto, ossia solo 3 mesi prima", prosegue. Quanto agli ordini, i dati sono "ancora troppo altalenanti", conclude.

pev

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January 21, 2021 05:02 ET (10:02 GMT)