PARMA (MF-DJ)--L'Italia ha dimostrato una forte capacitá di recupero dalla pandemia, con il prodotto interno lordo che dovrebbe tornare sui livelli antecedenti al coronavirus intorno a metá 2022. La solida ripresa è stata decisiva per interrompere l'aumento del rapporto tra debito pubblico e Pil, che alla fine del 2021 potrebbe essere sceso su valori prossimi al 150%.

"Dall'avvio della crisi pandemica la nostra economia ha mostrato una forte capacitá di recupero, fornendo segnali incoraggianti sulle sue condizioni di fondo. La produzione industriale si è riportata giá dalla scorsa primavera sui livelli precedenti la pandemia; il Pil vi ritornerebbe alla metá di quest'anno, l'occupazione verso la fine.

L'economia ha tratto ampio beneficio dagli interventi di sostegno che, salvaguardando il sistema produttivo e l'occupazione durante le fasi piú acute della crisi, hanno permesso una rapida ripresa dell'attivitá una volta attenuate le misure di contenimento", ha sottolineato il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. "Nell'attuale contesto di progressivo recupero, limitati interventi di natura emergenziale possono ancora trovare giustificazione, ad esempio per fronteggiare la crisi energetica o nei casi in cui i contagi continuino a ostacolare consumi e produzione, come nei servizi legati al turismo, alla ristorazione, al tempo libero. Interventi generalizzati di stimolo potrebbero invece determinare tensioni sui prezzi, oltre a rischi per l'equilibrio dei conti pubblici. L'impegno deve essere ora soprattutto rivolto ad agevolare i cambiamenti strutturali, che la stessa pandemia ha accelerato".

"Le politiche del lavoro, attive e passive, possono svolgere un ruolo importante. Il sistema degli ammortizzatori sociali è stato ampiamente riformato nell'ultimo decennio e oggi garantisce criteri di accesso universale. Gli strumenti di sostegno al reddito, pur migliorabili nel loro disegno, appaiono comparabili per struttura e risorse a quelli in vigore nei principali Paesi europei. È però ampio il ritardo nelle politiche volte a favorire la formazione e il reimpiego dei lavoratori, e in ultima analisi lo stesso sostenuto sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali", ha evidenziato il Governatore.

"Su questo piano", ha spiegato Visco, "sono necessari rapidi miglioramenti, tenuto anche conto dei processi di ristrutturazione e di riallocazione del lavoro che saranno indotti dalla doppia transizione, verde e digitale. L'Italia spende decisamente meno della Germania e della Francia per la formazione e il sostegno nella ricerca di un impiego, ma non si tratta semplicemente di accrescere le risorse: occorre razionalizzare l'insieme delle politiche e dei servizi per consentire lo sviluppo di un sistema di adeguata qualitá sull'intero territorio nazionale".

Inoltre, la marcata ripresa dell'economia è stata decisiva per interrompere l'aumento del rapporto tra debito pubblico e prodotto che "alla fine del 2021 potrebbe essere sceso su valori prossimi al 150 per cento (da circa il 156 per cento raggiunto nel 2020), un livello nettamente inferiore a quanto previsto all'inizio dello scorso anno e anche alle valutazioni ufficiali pubblicate in autunno. In presenza di un saldo primario migliore delle attese ma comunque ampiamente in disavanzo, il calo del peso del debito rispetto al 2020 ha riflesso la forte differenza, negativa per oltre 5 punti percentuali, tra l'onere medio per interessi e la crescita nominale dell'economia. Questo risultato, pur nell'eccezionalitá delle circostanze che lo hanno determinato, con riferimento sia al recupero dei livelli di attivitá dopo la profonda recessione sia alle condizioni monetarie estremamente espansive, mostra con chiarezza l'importanza della crescita economica per il perseguimento di una graduale riduzione del peso del debito", ha sottolineato Visco.

"La manovra di bilancio determina un aumento dell'indebitamento netto, rispetto al quadro a legislazione vigente, di circa l'1,3 per cento del Pil in media all'anno nel triennio 2022-2024. In una fase ancora caratterizzata da una elevata incertezza sugli sviluppi della pandemia, una manovra espansiva è stata ritenuta necessaria per contenere il rischio che una riduzione prematura dello stimolo di bilancio si potesse ripercuotere negativamente sul potenziale di crescita. Con il consolidarsi della ripresa, occorrerá tuttavia perseguire un progressivo, continuo, riequilibrio strutturale dei conti pubblici, necessario anche per evitare di alimentare tensioni sul mercato dei titoli di Stato. I rischi a cui ci espone la necessitá di collocare annualmente titoli per circa 400 miliardi restano elevati; negli anni piú recenti sono stati attenuati dagli ingenti programmi di acquisto dell'Eurosistema volti a contrastare le spinte deflazionistiche e le ricadute economiche della crisi pandemica", ha spiegato il Governatore.

"Nel prossimo decennio", ha proseguito Visco, "il differenziale tra onere medio del debito e crescita del Pil avrá effetti via via meno favorevoli sull'incidenza del debito, per l'inevitabile normalizzazione del tasso di crescita dell'economia e dei tassi di interesse a breve e a lungo termine. L'invecchiamento della popolazione tenderá inoltre a esercitare pressioni al rialzo sulla spesa primaria corrente. Per controbilanciare queste tendenze saranno necessari, da un lato, un aumento del potenziale di sviluppo e, dall'altro, un graduale e strutturale miglioramento del saldo primario; entrambi potranno contribuire a ridurre stabilmente il differenziale di rendimento tra i titoli pubblici italiani e quelli degli altri principali Paesi dell'area. Quanto maggiore sará il ritmo di crescita dell'economia tanto minore sará la correzione dei conti pubblici necessaria a favorire la progressiva riduzione del rapporto tra debito e prodotto".

"I piú recenti scenari demografici elaborati dall'Istat", ha evidenziato Visco, "prospettano per il prossimo ventennio un calo di quasi un quinto della popolazione di etá compresa tra i 15 e i 64 anni (quasi 7 milioni di persone in meno rispetto al livello attuale). Nel piú lungo periodo tassi di sviluppo sostenuti potranno quindi concretizzarsi solo con un deciso aumento dei livelli di partecipazione e occupazione e con una forte accelerazione della produttivitá rispetto alla dinamica deludente dell'ultimo quarto di secolo".

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February 12, 2022 08:24 ET (13:24 GMT)