ROMA (MF-DJ)---Cala la produzione industriale a novembre e registra una

flessione dello 0,3% rispetto a ottobre e del 3,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La flessione piú marcata nella produzione industriale si registra per l'energia, che nel confronto mensile segna -4,5% e nel confronto annuo -16,2%. In particolare, nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria si registra un calo del 4,5% su base mensile e del 17,1% su base annua.

Lo rende noto l'Istat, precisando che nella media del trimestre

settembre-novembre il livello della produzione diminuisce dell'1,0%

rispetto ai tre mesi precedenti. L'indice destagionalizzato della

produzione industriale continua a ridursi, seppure con una intensitá

minore rispetto ai due mesi precedenti; in calo risulta pure il complesso

del trimestre settembre-novembre rispetto ai tre mesi precedenti. L'indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per i beni strumentali (+0,1%) mentre cala per l'energia (-4,5%), i beni di consumo (-0,4%) e i beni intermedi (-0,3%).

Corretto per gli effetti di calendario, a novembre 2022 l'indice

complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,7% (i giorni

lavorativi di calendario sono stati 21 come a novembre 2021). Crescono

solo i beni strumentali (+1,8%); diminuiscono, invece, i beni di consumo

(-2,6%), i beni intermedi (-5,2%) e in misura molto marcata l'energia

(-16,2%).

Tra i settori di attivitá economica che registrano variazioni

tendenziali positive si segnalano la fabbricazione di mezzi di trasporto e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+7,3% per entrambi i settori), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+6,4%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+2,4%). Le flessioni piú ampie si registrano nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-17,1%), nell'industria del legno, della carta e della stampa (-10,8%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (-8,6%).

I dati sulla produzione preoccupano i consumatori, con l'Unione Nazionae Consumatori che teme "lo spettro della recessione" e chiede "un cambio nella politica economica del governo. L'esecutivo ha ragione nel

sostenere che bisogna puntare sulla crescita, perchè solo se si crea

ricchezza si può poi ridistribuire, ma per far ripartire la crescita

bisogna ridare capacitá di spesa alla famiglie. Solo se decollano i

consumi, infatti, le imprese possono tornare a produrre a pieno regime,

altrimenti non avranno ordinativi. I consumi rappresentano il 60% del Pil. Il fatto che secondo i dati di oggi a crollare maggiormente rispetto a ottobre, dopo l'energia, siano i beni di consumo, deve essere un

campanello d'allarme per il Governo. Se i consumatori non acquistano, le

imprese non producono. E' elementare".

liv


(END) Dow Jones Newswires

January 13, 2023 05:01 ET (10:01 GMT)