"Vorrei ma non posso". Potremmo facilmente attribuire questo pensiero alla Federal Reserve, ma anche alla Banca d'Inghilterra o alla Banca Centrale Australiana. Con un'inflazione difficilmente compatibile con un allentamento immediato, possiamo consolarci dicendo che è solo questione di tempo prima che avvengano i primi tagli dei tassi.

Nel frattempo, solo la Banca Nazionale Svizzera ha chiaramente deciso di tagliare i suoi tassi di riferimento, per la seconda volta quest'anno. Torneremo sulle ragioni di questa mossa nel nostro focus sulle valute. Il grafico seguente mostra, tuttavia, le notevoli dissonanze tra la BNS da un lato e la posizione di altre banche centrali che sono in una fase di stallo, in attesa di poter adottare una postura più accomodante.

Fonte: Bloomberg Opinion

Perché, vi chiederete?

Forse vi sorprenderà, ma i timori di una possibile recessione non sono scomparsi. La prova è data da un indicatore composito pubblicato da Standard & Poor's che tiene conto non solo della curva dei rendimenti ma anche degli indicatori anticipatori dell'economia statunitense e delle condizioni del credito.

Sebbene la probabilità di una recessione entro 12 mesi sia scesa al di sotto del 50%, è ancora relativamente alta se si considera l'attuale umore dei mercati azionari. Il rapporto tra l'indice S&P 500 Equal Weight e l'S&P 500 è vicino ai minimi del 2008. La sottoperformance in atto dal 2015 potrebbe quindi attenuarsi momentaneamente, sia per effetto di un rimbalzo generale delle componenti dell'indice statunitense, sia per effetto di una pausa temporanea delle magnifiche sette.

Fonte: Bloomberg