NEW YORK (awp/ats/ans) - Tim Cook chiede e ottiene un taglio del compenso. Quest'anno riceverà 49 milioni di dollari, il 40% in meno di quanto previsto per il 2023 e la metà dei 99,4 milioni del 2022.

La richiesta dell'amministratore delegato di Apple affonda le radici nel malumore di buona parte degli azionisti che, già lo scorso anno, avevano chiesto una sforbiciata del suo maxi compenso alla luce della deludente performance di Apple a Wall Street. I titoli di Cupertino hanno infatti perso oltre il 20% negli ultimi 12 mesi alimentando così i timori degli azionisti, ai quali aveva dato voce lo scorso anno l'Institutional Shareholder Services. L'Iss aveva infatti raccomandato agli investitori di votare nel corso dell'assemblea annuale contro il compenso di Cook, la cui ampiezza sollevava "significative preoccupazioni" e metteva allo stesso tempo in luce come l'amministratore delegato guadagnava 1.447 volte più di un dipendente medio di Apple.

Critiche che non sono passate inosservate tanto da spingere Cook a raccomandare un "adeguamento" della sua remunerazione. Le modifiche decise riflettono i "commenti degli azionisti" e continuano ad "allineare il compenso con la performance e riconoscendo la leadership di Cook", si legge in una comunicazione di Apple alla Sec, nella quale la società comunica anche i compensi di alcuni altri manager per il 2022. Il chief financial officer Luca Maestri, il responsabile retail Deidre O'Brian e il chief operating officer Jeff Williams hanno ricevuto 27 milioni di dollari, in lieve aumento rispetto all'anno precedente.

Il salario di base di Cook resterà quest'anno invariato a 3 milioni di dollari, così come il bonus fino a un massimo di 6 milioni. A cambiare sarà quante azioni Apple riconoscerà a Cook: nel 2022 sono state per 75 milioni di dollari, quest'anno il tetto massimo sarà di 40 milioni con tre quarti dei titoli legati alla performance di Apple in Borsa.

Con Cupertino che è una delle società che vale di più al mondo, Cook ha un compenso sopra i 14,7 milioni di dollari di media. Buona parte del successo di Apple - la prima azienda a valere più di 3.000 miliardi - è dovuto comunque proprio a Cook, che ha assunto l'incarico nell'agosto del 2011, poche settimane prima della morte di Steve Jobs. Negli ultimi mesi però Apple, così come tutte le grandi società tecnologiche, è finita sotto pressione pagando a caro prezzo i lockdown da Covid in Cina, dove produce la maggior parte dei suoi iPhone. Proprio la Cina si sta rivelando il tallone d'Achille di Cook, al quale un coro crescente di voci chiede di allentare la dipendenza dal paese e cercare alternative. Apple ha iniziato a muoversi in questo senso ma ci vorrà del tempo prima di vedere i risultati.