MILANO (Reuters) - Con i tassi d'interesse in discesa a comprimere i margini di interesse e intaccare l'appeal dei titoli di Stato, le banche italiane hanno avviato la campagna per riportare i risparmiatori retail verso prodotti d'investimento a commissioni più elevate dopo la fuga del retail verso i Btp durante la fase di stretta monetaria.

Secondo l'AD Andrea Orcel commissioni crescenti potrebbero arrivare a rappresentare fino al 40% dei ricavi di UniCredit nei prossimi anni, rispetto a circa un terzo ora, a seconda di quanto la riduzione della forbice tra i tassi sui prestiti e il costo dei depositi ridurrà il margine di interesse.

Sia UniCredit che Intesa Sanpaolo hanno riportato un rimbalzo delle commissioni nel primo trimestre, a indicare che i piccoli risparmiatori potrebbero aver raggiunto la misura con i titoli del debito pubblico e siano aperti a uno switch dopo il taglio dei tassi Bce ampiamente atteso a giugno e in previsione di un possibile ulteriore allentamento.

"I titoli di Stato hanno avuto un revamp incredibile. Tutte le banche stanno ora cercando di spostare parte dei loro attivi amministrati in attivi in gestione", ha dichiarato Luca Penna, responsabile dei servizi finanziari per l'Europa meridionale e orientale di Bain & Company e senior partner della societa di consulenza a Milano.

I ricavi sugli asset under management sono naturalmente superiori a quelli degli asset under custody come risultano i titoli di Stato acquistati dai risparmiatori.

Con i tassi della zona euro ai massimi di due decenni nel 2023, gli italiani hanno acquistato 114 miliardi di euro di titoli di Stato nazionali, che con 270 miliardi di euro rappresentavano a fine dello scorso anno il 5% del totale delle attività finanziarie delle famiglie.

Nel 2022 tale percentuale era del 3%, un valore che corrisponde all'attuale media della zona euro, secondo i dati della banca centrale.

I prodotti di gestione patrimoniale detenuti dalle famiglie sono invece diminuiti di 45 miliardi di euro lo scorso anno.

Questo spostamento ha privato gli istituti di credito delle commissioni guadagnate sulla vendita di tali prodotti, che le banche puntano ora a recuperare per sostenere gli utili dopo che profitti record generati dal margine di interesse hanno abituato gli azionisti a politiche di distribuzione iper-generose.

La prima banca italiana, Intesa Sanpaolo, ha creato un comitato direttivo presieduto dall'amministratore delegato Carlo Messina per incrementare le commissioni e rispettare la previsione di un aumento a due cifre dei ricavi da asset management e consulenza quest'anno, a partire da un incremento dell'8,6% nel primo trimestre.

La banca ha iniziato a monitorare il valore dei portafogli di titoli di Stato dei singoli clienti per individuare il momento migliore per la loro vendita, come ha dichiarato Messina all'inizio dell'anno. La banca contatta i clienti al momento opportuno proponendo loro di passare ad altri prodotti per migliorare l'allocazione di portafoglio complessiva.

In quest'ottica, i 15 miliardi di euro di depositi che i clienti di Intesa hanno trasferito nel Btp Valore fino a febbraio rappresentano "un'opportunità unica", ha detto Messina.

I risparmi degli italiani sono già stati convogliati con successo in passato in titoli di Stato riconfezionati come prodotti di investimento.

La Banca d'Italia ha calcolato che le famiglie detenevano quasi il doppio dei titoli del debito pubblico attraverso fondi comuni o polizze assicurative, rispetto a quelli acquistati direttamente.

Le banche stanno ora puntando su queste obbligazioni detenute tra gli attivi amministrati delle banche, anche se gli italiani hanno anche 1.800 miliardi di euro parcheggiati in depositi all'1%.

RISPARMIO

I piu recenti dati sulla raccolta degli asset gatherer italiani pubblicati in luglio fanno ben sperare per le commissioni nette delle banche nel secondo trimestre.

Grazie ai recenti accordi salariali e al raffreddamento dell'inflazione, gli italiani dovrebbero iniziare a vedere una graduale ripresa del tasso di risparmio verso i livelli pre-pandemici (circa il 10%) dal minimo storico del 6% toccato nel 2023, ha affermato Antonio Reale, co-responsabile della ricerca bancaria europea di Bank of America.

Secondo i calcoli degli analisti di BofA, la spinta al risparmio netto potrebbe beneficiare quest'anno di nuovi flussi compresi tra i 100 e i 130 miliardi di euro, la maggior parte dei quali finirà probabilmente in fondi comuni di investimento.

Tuttavia, ciò che è positivo per i profitti delle banche e i loro azionisti non è sempre il meglio per i clienti.

In un paese dove la distribuzione dei prodotti del risparmio è legata a doppio filo alla rete bancaria e imperniata su una struttura di commissioni retrocesse dalla produzione alla distribuzione, una ricerca della Banca d'Italia del 2020 ha rilevato che i fondi comuni di investimento affiliati alle banche hanno sottoperformato quelli indipendenti, in parte a causa di scelte di investimento distorte come ad esempio una preferenza per titoli emessi da società clienti del gruppo bancario stesso.

"Per l'italiano medio non è immediatamente evidente che la consulenza finanziaria ricevuta in filiale comporta un costo significativo per gli istituti di credito e che i clienti lo pagano", ha affermato Andrea Resti, docente di finanza all'Università Bocconi di Milano.

"Purtroppo, ci sono contenuti tecnici altamente penalizzanti per accedere a una scelta pienamente consapevole e informata," aggiunge.

L'anafalbetismo finanziario non aiuta. L'Italia nel 2023 si è classificata quart'ultima in una classifica di 39 Paesi sull'alfabetizzazione finanziaria degli adulti, meglio solo di Paraguay, Cambogia e Yemen, in base all'indagine internazionale OCSE/INFE 2023.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)