ROMA (MF-NW)--In Ponti, il colosso italiano dell'aceto, si è compiuto l'ultimo step del passaggio generazionale, dall'ottava alla nona.

Nell'assemblea di luglio di Ponti Holding, la cassaforte della dinastia piemontese di Sizzano (Novara) che vede l'81enne Franco Ponti (al 2% del capitale), il figlio Giacomo (50 anni, al 48% tramite il veicolo Fgp) e la nipote Lara (55 anni, al 50% tramite la società Amandla), c'è stata la consegna del testimone alla presidenza da parte di Cesare, 83enne padre di Lara e fratello di Franco, a Giacomo.

Pochi giorni dopo, scrive Mf-Milano Finanza, il bis nella governance è andato in scena anche nella principale controllata: la Ponti spa. Nel gruppo, che ha alle spalle 236 anni di storia e che produce aceto, sottaceti, sottoli e condimenti con il marchio Peperlizia, in realtà il passaggio della gestione operativa si era già compiuto, in maniera ben assortita, da un po'. I due cugini, figli dei due fratelli Cesare e Franco, erano infatti entrambi consiglieri delegati. Giacomo, però, con la delega alle strategie, Lara invece con responsabilità sullo sviluppo organizzativo e le risorse umane. Ora Lara, con il padre, è vicepresidente delle due società, a monte e a valle della catena. Cinque stabilimenti (Ghemme, Dosson di Casier, Vignola, Anagni e Paesana in grado di imbottigliare 450 mila pezzi al giorno) nel Centro-Nord che danno lavoro a 207 dipendenti, Ponti spa ha chiuso il 2022 con 117 milioni di euro di ricavi, in crescita del 7% rispetto all'anno precedente, soprattutto per effetto dell'aumento dei prezzi. A livello di beni intermedi, le spinte inflattive hanno però eroso anche la marginalità aziendale: l'ebitda è calato da quasi 10 milioni a 6,3 milioni. A parte il 2021, negli ultimi sei esercizi i ricavi sono continuamente cresciuti: erano 103 milioni nel 2017. Questo grazie alla leadership indiscussa nel core business dell'aceto, anche balsamico (più di 120 milioni di bottiglie vendute in un anno), che vede Ponti al 45% del mercato italiano.

È un'eccellenza della tradizione del made in Italy che il gruppo esporta in 74 Paesi anche con due controllate ad hoc, Ponti France e Ponti Usa. Le previsioni per il 2023 si proiettano sui livelli del 2022, a 120 milioni. Le verdure sottolio e sottaceto valgono circa il 25% del fatturato. I ricavi sono realizzati per l'80% in Italia. Il restante 20% arriva da oltre confine, in prevalenza da Europa e Nord America: sono essenzialmente vendite di aceto balsamico, articolo molto apprezzato dalla clientela straniera «tanto che», ha recentemente spiegato Lara Ponti, «di quello prodotto in Italia ne resta soltanto l'8%».

Nata nel 1787 come solo produttore di aceto grazie ai vigneti dell'area, l'azienda novarese è sempre rimasta a gestione familiare ma con una progressiva managerializzazione. Ha visto la prima diversificazione negli anni 40 del secolo scorso: Antonio e Guido Ponti, trisavolo e bisnonno di Giacomo e Lara, hanno iniziato infatti la produzione di conserve vegetali all'aceto e all'olio di oliva. Ma è con Cesare e Franco, i figli di Guido entrati in azienda negli anni 60, che il gruppo Ponti ha fatto partire una forte fase di espansione e di diversificazione che ha disegnato l'attuale perimetro. Prima con l'apertura di nuovi stabilimenti in Veneto e nel Lazio, poi con una serie di acquisizioni (tra aceto balsamico e di mele) fatte negli anni 80 e 90, operazioni che hanno consegnato a Ponti la leadership del mercato. L'attuale frontiera della crescita aziendale (nel frattempo la società è diventata benefit) è rappresentata da nuovi prodotti, come la glassa gastronomica a base di aceto balsamico di Modena (inventata da Ponti), e dalla doppia leva dell'export e dell'efficienza. L'ultimo piano industriale (al 2025) prevede 20,5 milioni di investimenti, 5-6 milioni all'anno anche per rinnovare le linee produttive e la trasformazione digitale del gruppo.

Da capo azienda, ora, Giacomo Ponti guarda pure a fusioni e acquisizioni con aziende complementari, anche familiari. L'ultimo deal, infatti, è stato siglato con un'altra dinastia dell'eccellenza alimentare italiana: gli Illy. A inizio anno Ponti ha conferito i succhi Achillea, rilevati nel 2008, nell'ex Polo del Gusto (ora Incantalia) del gruppo triestino, ricevendone in cambio il 2,5% del capitale. Lo scopo è quello di internazionalizzare il prodotto sfruttando la distribuzione di Incantalia. L'accordo è stato suggellato con la presenza di «Mr. Balsamico» nel board. «Un consolidamento fra le imprese familiari è auspicabile», ha sottolineato il neo presidente.

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0909:31 ott 2023


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October 09, 2023 03:32 ET (07:32 GMT)